Da un lustro, è facile imbattersi nelle sue splendide sculture di sabbia
Nella marina manduriana la stagione estiva brilla per i suoi colori: per il colore cristallino dell’acqua o per quello dell’incantevole patrimonio naturalistico. Da qualche anno a questa parte, gli arenili di San Pietro in Bevagna si sono arricchiti delle forme dell’arte.
Francesco Testa, 42 anni, napoletano, entra di diritto fra i personaggi dell’estate manduriana. Da un lustro, è facile imbattersi nelle sue splendide sculture di sabbia. Straordinario artista naif, Testa porta con sé, nelle ferie in riva allo Jonio, la magia del Natale di San Gregorio Armeno.
«Trascorro le mie ferie a San Pietro in Bevagna da cinque anni» ci racconta Francesco Testa. «Come ho scoperto questo splendido angolo della Puglia? Un mio amico, che c’era già stato, me ne ha parlato. Cinque anni fa sono venuto per la prima volta e, essendomi trovato bene, ormai ci ritorno, insieme alla mia famiglia, ogni anno».
Da Napoli, oltre alla simpatia classica dei partenopei, Francesco Testa ha portato anche la sua passione: l’arte.
«All’età di 15 anni ho iniziato a frequentare un laboratorio artigianale di Napoli. Sono rimasto affascinato dalle tante tecniche con le quali si realizzano i personaggi del presepe. Io, in particolare, ho scoperto l’argilla, il materiale che preferisco. Utilizzando la terracotta, creo, nel mio laboratorio, i personaggi del presepe napoletano stile 700, che poi fornisco a vari negozi che si trovano in via San Gregorio Armeno».
Via San Gregorio Armeno è una strada del centro storico di Napoli, nota in tutto il mondo per le botteghe artigiane di presepi. In questa via giungono pezzi pensati, disegnati e realizzati in piccoli laboratori e botteghe d’arte come quello di Francesco Testa. La sua tecnica e la sua creatività non smettono mai di stupire, come hanno imparato i tanti villeggianti di San Pietro in Bevagna.
«E’ iniziato tutto per gioco. Stavo aiutando mio figlio ha realizzare il classico castello di sabbia e, d’istinto, con quella stessa sabbia ho creato la mia prima scultura. Per me è un divertimento: non scendo mai in spiaggia con l’intenzione di realizzare qualcosa. Inizio a giocare con mio figlio e, poi, quasi d’incanto mi ritrovo a impastare la sabbia e a far nascere vari personaggi. A volte creo quelli del presepe napoletano, a volte quelli che hanno fattezze note, come Pulcinella o Totò. Lo faccio ovunque mi trovi: dalla spiaggia vicina alla mia abitazione (quella, per intenderci, all’altezza del bari Firenze), al centro di San Pietro in Bevagna, o ancora nei pressi della foce del fiume Chidro».
In tanti ammirano e apprezzano l’estro e la genialità dell’arte di Francesco Testa: quando la sua fantasia e la sua tecnica si intrecciano, c’è da restare incantati. Le sue sculture rubano l’occhio dei visitatori ed entusiasmano i più piccoli. Purtroppo, però, le sue opere non dureranno nel tempo, ma fa parte del gioco.
«A volte noto le impronte di scarpe numero 44 o 45… Altre volte scelgo di consentire ai più piccoli di distruggere tutto, non prima di aver fotografato l’opera. Per loro, anche questo è divertimento…».