17 abiti che raccontano 17 storie di donne violate: tute, pigiami, maglioni a collo alto che riproducono quelli reali indossati al momento dell’abuso
17 abiti che raccontano 17 storie di donne violate: tute, pigiami, maglioni a collo alto che riproducono quelli reali indossati al momento dell’abuso. È lungo quei fili di cotone che corre la mostra itinerante “Com’eri vestita?”, nata per destrutturare i pregiudizi che colpevolizzano le donne vittime di stupro e abusi, che approda alla Fiera Pessima di Manduria, per essere inaugurata, nella sala congressi, ieri sera, alle ore 18.30.
“Ero a scuola per un corso pomeridiano, ero una ragazza introversa e silenziosa» si legge in una delle installazioni della mostra. «Mi vestivo con maglioni e pantaloni larghissimi, mi nascondevano ed era quello che volevo. Quando sono andata in bagno lui mi ha seguita. Mi ha violentata e mi ha lasciata per terra».
Accanto a queste poche parole un maglione grigio e un paio di jeans. Un maglione e un paio di jeans che ogni donna potrebbe avere nel proprio armadio.
Il progetto di questa mostra (promossa da Sud Est Donne, il Centro Antiviolenza Rompiamo il Silenzio Manduria e l’Ambito Territoriale di Manduria) nasce nel 2013 negli Usa da un’idea di Jen Brockman e di Mary A. Wyandt-Hiebert.
L’inaugurazione della mostra vedrà i saluti istituzionali del commissario straordinario del Comune di Manduria, Luigi Scipioni, del responsabile UDP N. 7 Manduria, Raffaele Salamino, della coordinatrice socio sanitaria del Distretto N. 7 di Manduria, Filomena Summa. Interviene la coordinatrice del Centro Antiviolenza Rompiamo il Silenzio Manduria, Angela Lacitignola.
La mostra, a ingresso libero, è visitabile sino a domenica 6 settembre 2020, dalle ore 18 alle ore 21.