A differenza del pacemaker tradizionale, che richiede il posizionamento di conduttori elettrici (gli elettrocateteri), il pacemaker Micra stimola il cuore con una microcapsula molto piccola che si inserisce attraverso una vena della gamba
Ieri, alle ore 12 presso la sala di Emodinamica ed Elettrofisiologia Interventistica del reparto di Cardiologia/Utic dell’ospedale “SS. Annunziata” di Taranto, è stato effettuato il primo impianto di pacemaker endocardico capsulare Micra su una paziente ricoverata presso il reparto di Cardiologia di Taranto. L’intervento è durato circa un’ora e quindici minuti.
La procedura è stata effettuata in collaborazione con il prof. Stefano Favale, direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia Universitaria del Policlinico di Bari, nell’ottica dell’attiva collaborazione tra i due Centri che sta conducendo ad una progressiva crescita professionale e culturale dei Medici Cardiologi e del Personale Infermieristico dell’Unità Operativa di Cardiologia del SS. Annunziata.
Nel dettaglio, questa nuova tecnologia, oggi ampiamente testata e utilizzata in tutto il mondo, consente di stimolare il cuore attraverso una microcapsula inserita nel ventricolo destro. A differenza del pacemaker tradizionale, che richiede il posizionamento di conduttori elettrici (gli elettrocateteri), il pacemaker Micra stimola il cuore con una microcapsula molto piccola che si inserisce attraverso una vena della gamba. In altri termini, si tratta di una tecnica percutanea mininvasiva, non di un intervento chirurgico: attraverso la puntura di una vena si inserisce un introduttore fino al cuore e poi si posiziona, attraverso i raggi X, la capsula (delle dimensioni di una pillola) all’interno del cuore. Ciò consente non solo un vantaggio dal punto di vista estetico, non lasciando l’intervento alcuna evidenza chirurgica, ma anche l’annullamento dei rischi di complicanze legate all’impianto del pacemaker tradizionale (infezioni, fratture, ecc.). Proprio la paziente che ieri ha subito il primo intervento del genere a Taranto, era stata sottoposta poco prima alla rimozione chirurgica di pacemaker tradizionale (che era stato impiantato in un altro centro) ed estrazione degli elettrocateteri per una grave infezione. Inoltre, la procedura prevede tempi di degenza molto brevi: già domani, 4 settembre, la paziente sarà dimessa.
È stata la stessa paziente a chiedere se fosse possibile inserire questo nuovo dispositivo, viste le complicanze causate dal vecchio pacemaker.
«È una procedura molto ben tollerata, e siamo molto fieri di aver portato questa tecnologia a Taranto dopo tanti sacrifici organizzativi – afferma Giovanni Luzzi, Direttore del reparto di Cardiologia del “SS.Annunziata” – Per realizzare il primo intervento del genere nelle strutture dell’ASL Taranto abbiamo avuto l’onore di avere con noi il Prof. Stefano Favale, Direttore della Cardiologia Universitaria del Policlinico di Bari, che è stato uno dei primi in Italia che ha utilizzato questa tecnologia. L’abbiamo invitato qui perché ci sembrava doveroso, visto anche l’insediamento della nuova Facoltà di Medicina a Taranto. È stato un onore lavorare con lui, ed è importante, dal punto di vista didattico, per agli specializzandi che lui ci sta inviando, continuare a coltivare questa relazione professionale con la Cardiologia Universitaria di Bari. Un sentito ringraziamento va alla direzione aziendale, e in particolare al Direttore Generale, che ci sta sostenendo come mai è stato fatto fino ad ora, puntando a fare della Cardiologia di Taranto un polo d’eccellenza».
«Il successo dell’intervento di impianto di un pacemaker Micra, grazie a una tecnologia appena acquisita dall’ASL, è una notizia straordinaria e un traguardo importante per la nostra Azienda – dichiara il Direttore Generale dell’ASL Taranto, Avv. Stefano Rossi – Il fatto che ora anche a Taranto sia possibile realizzare un intervento di questo tipo costituisce un ulteriore tassello nel disegno di una sanità più efficace, all’avanguardia e umana, che è l’obiettivo che si è posta questa direzione fin dal suo insediamento puntando decisamente sulla crescita della tecnologia e delle professionalità impiegate. Il reparto di Cardiologia di Taranto, in particolare, grazie all’interessamento del prof. Favale e all’instancabile attività del Dott. Luzzi, sta accogliendo diversi giovani specialisti che hanno sentito parlare bene della struttura, e questo ci stimola a lavorare per migliorare sempre di più l’appeal di questo centro, affinché i medici possano venire qui motivati a lavorare con noi».