«5 anni di lavoro e milioni di euro buttati via»
«Il depuratore di Manduria scaricherà veramente a mare? 5 anni di lavoro potranno essere buttati via. Vogliamo chiarezza da parte di Emiliano». Il consigliere regionale Luigi Morgante (FI) non ci sta alla fresca notizia di bocciatura del Ministero della deroga chiesta dalla Regione Puglia per impedire lo scarico a mare. I piani alternativi sembrerebbero stati accantonati in favore della condotta sottomarina oppure è la bocciatura del governo nazionale allo scarico di emergenza ?
«Dopo centinaia di riunioni e commissioni con AQP e l’azienda Putignano che doveva realizzare il depuratore - denuncia Morgante - adesso ci ritroviamo con la necessità dello scarico a mare. Eppure in ogni incontro si era convenuti su una unica soluzione: l’eliminazione della condotta sottomarina. Abbiamo cambiato il piano di tutela delle acque per superare la condotta sottomarina, sono stati fatti un serie di provvedimenti in cui era scontato e certo che la stessa non ci sarebbe stata. L’eliminazione della condotta sottomarina del depuratore di Sava - Manduria significa garantire la funzionalità del nuovo depuratore, nell’interesse della salute pubblica e dell’ambiente. Le questioni di natura ambientale, con impatto diretto sulla salute dei cittadini e sul presente e sul futuro di ogni territorio, come le scelte strategiche destinate a segnare e incidere sullo sviluppo e sul destino delle comunità, non possono avere colore politico ma il principio ispiratore deve essere l’interesse collettivo. L’opera è attesa da oltre un decennio non solo per il comune di Sava, attualmente non dotato di rete fognaria e relativo recapito, ma anche per il comune di Manduria, il cui impianto non risulta pienamente a norma, e comunque non funzionale ai fini della depurazione dei reflui provenienti dalle aree marino-costiere. Si tratta di un progetto di fondamentale importanza per la comunità, anche per l’indotto e l’economia turistica, con la tutela e la salvaguardia del paesaggio e del mare, che è nostro dovere consegnare ai nostri figli e alle future generazioni incontaminato così come noi lo abbiamo ereditato». Lo sgomento del candidato regge anche su dati numerici: «Ad oggi ci sono 8 milioni di lavori già spesi per un depuratore che non prevede una condotta sottomarina ed è previsto circa 1 milione e mezzo per una maggiore affinazione del refluo, acqua pura che finirebbe nelle vasche. Ci sarebbe lo spreco di risorse pagate dai cittadini per un progetto che deve essere rivisto e un’opera pubblica che diventerebbe una cattedrale nel deserto». Morgante conclude: «La comunicazione del Ministero è arrivata come un fulmine a ciel sereno e non si capisce se contesti lo scarico di emergenza o addirittura la condotta sottomarina. Chiediamo al presidente Emiliano di spiegare chiaramente ai cittadini di Manduria, Sava e Avetrana cosa intende fare per il progetto».