Ha studiato il delitto nei minimi dettagli: voleva torturarli e lasciare una scritta sul muro
«Sì, sono stato io». ha confessato nella notte il responsabile del duplice omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, i due fidanzati di 33 e 30 anni massacrati a coltellate il 21 settembre scorso nella loro casa in via Montello a Lecce, fermato ieri sera dai carabinieri.
Non del tutto chiaro, al momento, il movente dell'omicidio anche se non sarebbe escluso quello della vendetta: il giovane aveva vissuto diverso tempo nella casa di via Montello, dividendo per un periodo anche l'appartamento con Eleonora. Una convivenza 'difficile', a quanto emerge. Tanto che Daniele De Santis, proprietario dell'appartamento, aveva poi deciso di rescindere il contratto d'affitto, e di trasformare quella casa nel suo nido d'amore con “Elly”. È bastato questo per scatenare la furia omicida del ragazzo? Le prossime ore saranno decisive. A quanto emerge, qualche settimana fa De Marco aveva scritto uno status sul suo profilo Facebook, “La vendetta è un piatto che va servito freddo”. Parole che, alla luce di quanto emerge, oggi sembrano agghiaccianti.
«Nonostante le ripetute invocazioni a fermarsi urlate dalle vittime, l’indagato proseguiva nell’azione meticolosamente programmata inseguendole per casa, raggiungendole all’esterno senza mai fermarsi. La condotta criminosa si è estrinsecata anche nell’inflizione di un notevole numero di colpi inferti in parti non vitali (il volto di De Santis) e quindi non necessari per la consumazione del reato, e appare sintomatica di un’indole particolarmente violenta, insensibile ad ogni richiamo umanitario». È quanto si legge nel provvedimento di fermo. Le vittime sono state «inseguite verso l’ingresso dell’abitazione dove si erano portate nel tentativo di fuggire, venendo poi raggiunte, Eleonora sul pavimento del ballatoio, e Daniele sulle scale che dal pianerottolo portavano al piano sottostante».
«La sproporzione tra la motivazione del gesto (potrebbe avere avuto in precedenza una lite) e l'azione delittuosa è ulteriore elemento tale da fare ritenere che quest’ultima sia stata perpetrata per mero compiacimento sadico nel provocare con le predette modalità la morte della giovane coppia. Non si spiega se non nella direzione di inquadrare l’azione in un contesto di macabra ritualità la presenza di oggetti non necessari a provocare la morte della giovane coppia (striscette, soda ecc...). A tal riguardo giova altresì evidenziare come sul copricapo sia stata disegnata con un pennarello nero una bocca, quando ciò non risultava necessario all’economia del reato». Continua così il provvedimento.