giovedì 21 novembre 2024


29/09/2020 13:20:59 - Manduria - Politica

«Intervengo solo ora e solo per difendere la onorabilità mia e di coloro che con me hanno collaborato nella passata Amministrazione: ecco cosa ha realizzato»

«Intervengo solo ora e solo per difendere la onorabilità mia e di coloro che con me hanno collaborato nella passata Amministrazione. Al contrario di tutti gli altri “politici” che prima o poi ritornano, io mi sono concesso una sola chance, partita secca, vinci o perdi. Non è stata una esperienza positiva, ma non per la Città, per me. Ci ho messo la faccia, il cuore, il carattere “ostinato e contrario”, ho investito e quasi immolato l autorevolezza faticosamente conquistata in tutti i campi della vita in cui mi sono cimentato per cercare di dare un senso ad un’avventura che “un senso non ce l’aveva”. Sono diventato il sindaco di Manduria contro tutti i partiti rappresentati a livello nazionale, centro destra, grillini e, soprattutto, PD e satelliti. Non ho chiesto sconti a nessuno, non ho promesso nulla a nessuno, non ho offerto cene nè buoni benzina; i candidati della lista di Manduria Futura si sono pagati i volantini elettorali, con la sola eccezione del buon Durante.

Appena insediato ho dovuto affrontare alcuni “piccoli problemucci” di cui nessuno ricorda, ma che all’epoca sembravano essere questioni di vita o di morte. Che fine hanno fatto gli “animalisti” con i loro cani e canili, che nel 2013 riempivano la mia scrivania di carte bollate e non? Gli indigenti che mettevano a ferro e fuoco il Comune per i 100 euro del panettone natalizio? Per non parlare degli “orfani della condotta”,  che per i 15 anni precedenti avevano abbaiato alla luna senza spostare di un centimetro nè il depuratore nè tantomeno la condotta. Questa era la Manduria con cui mi dovevo confrontare, altro che i pipponi sulla “Cultura” che ci hanno propinato in tutte le salse durante la campagna elettorale. E che dire delle decine di famiglie delle case popolari di via S. Pietro, di cui non esiste neanche un censimento preciso, cui AQP aveva tagliato l’acqua?

Queste sono quisquilie, poi vengono le cose serie: appena insediato scopro che il commissario Lombardo aveva revocato l’incarico dirigenziale all’ingegnere comunale, sempre per questioni relative ai cani. Col senno di poi, devo dire che averglielo riconfermato, anche se parzialmente, è stato uno degli sbagli più grossi, se non il più grosso, da me compiuto. Ma intanto l’ufficio tecnico era bloccato, ed era indispensabile sbloccarlo. Dopo un mese dalla mia elezione, Manduriambiente comunicava che la discarica “Chianca”, trasformata per volontà di Vendola e delle Amministrazioni comunali dei comuni dell’ATO TA3 da discarica di soccorso in discarica tal quale (la storia, purtroppo, si ripete!), si era precocemente riempita, per cui dalla sera alla mattina rischiavamo di doverci tenere la monnezza in casa (altro che “emergenza ambientale” degli anni “90 di cui qualcuno ha improvvidamente parlato!), con in più la beffa di una richiesta risarcitoria di 20 milioni di eurp da parte di Manduriambiente per il mancato ammortamento.

A distanza di due mesi, vengo informato dagli uffici finanziari che a causa dell’inerzia delle precedenti Amministrazioni e, soprattutto, del solito dirigente dell’Ufficio Tecnico, era giunto a sentenza definitiva, con ingiunzione di pagamento immediato, un contenzioso con IGECO, che ci imponeva di pagare 3.5 milioni di euro, di cui 500.000 di interessi. Nello stesso periodo si rifacevano sotto i fratelli Ferretti, con la richiesta di 4 milioni di euro per il famoso esproprio degli anni ‘90 di cui tanto si è parlato in questi giorni.

Questo è stato l’esordio. Vi risparmio il resto, che non è da meno, ma non è nel mio stile fare la vittima nè piangermi addosso. Era solo un modo per chiarire che coloro che sono convinti di sapere come si fa perchè fino al 2000 era tutto oro e dopo solo schifo o, viceversa, perché solo con  il loro arrivo Manduria potrà rinascere e essere “migliore”, in realtà non sanno di cosa stanno parlando, o, ancora peggio, fanno finta di non saperlo.

Nonostante ciò e nonostante lo spirito non costruttivo e rancoroso di avversari e, purtroppo, alleati che hanno fatto di tutto per metterci i bastoni tra le ruote, la Manduria che abbiamo lasciato era migliore di quella che abbiamo trovato. Abbiamo risanato un bilancio sull’orlo del dissesto e, senza aumentare le tasse, con le poche risorse a disposizione siamo riusciti a realizzare:

-illuminazione della ciclabile Manduria Uggiano (i pannelli solari non avevano mai funzionato);

-assunzione di vigili urbani, funzionari e tecnici in numero superiore a qualsiasi amministrazione dei precedenti 20 anni;

-avvio della raccolta differenziata su tutto il territorio comunale;

-ripristino delle “chianche” in alcuni vicoli del centro storico, tra cui quello laterale alla chiesa Madre, da decenni sterrato;

-completamento della rete del gas nel centro storico e del rione S. Antonio, che aspettavano da decenni;

-ridimensionamento del debito con i fratelli Ferretti, che tutte le amministrazioni precedenti avevano fatto lievitare, giungendo a definire, col commissario ad acta, la cifra di “soli” 800.000 euro, che sono stati diligentemente accantonati. Non è chiara la ragione per la quale i commissari, dopo il ricorso presentato dai Ferretti, si siano accordati sulla cifra di 1.500.000 euro, senza opporsi a loro volta e cercare di raggiungere quanto meno una cifra intermedia;

-pagamento in tre anni del debito con IGECO, compresi gli interessi maturati, nella speranza che prima o poi la Corte dei Conti faccia chiarezza sulle responsabilità di chi ha determinato questo ulteriore salasso per le casse comunali;

-sistemazione di numerose opere pubbliche mal realizzate dai nostri predecessori: selciato di piazza Garibaldi, pavimento crollato dei locali del GAL, rimozione dei famigerati tubi pericolanti di piazza Giovanni XXIII;

-apertura dei locali di palazzo Matricardi, chiusi nonostante fossero stati ristrutturati, con risparmio di decine di migliaia di euro di fitti;

-restauro del Calvario, in parte grazie ad una donazione da parte di un anonimo benefattore;

-sponsorizzazione diretta e indiretta di una puntata dedicata a Manduria di “Sereno Variabile” e di “Linea Verde” su Rai1

-completamento dei lavori di recupero, durati 15 anni, dell’ex convento degli Agostiniani e inaugurazione del Museo archeologico, appena in tempo per non dover restituire i soldi del finanziamento;

-ristrutturazione della parte superiore dell’ex convento delle Servite: inizio-fine lavori due anni;

-realizzazione del nuovo municipio: inizio-fine lavori tre anni;

-progettazione e reperimento delle risorse finanziarie per il rifacimento del manto stradale delle numerose strade che solo ora, con un ritardo di tre anni, vengono asfaltate;

-rifacimento di piazza della Repubblica (già piazza Belle Donne) e di piazza della Pietà;

-progettazione e finanziamento dei lavori di piazza Maria Ausiliatrice, anch’essa realizzata solo ora dalla gestione commissariale;

-riapertura del canile sanitario;

-ricostruzione e assegnazione delle case popolari di via Aldo Moro: per la prima volta nella storia degli ultimi trenta anni si è fatta una graduatoria controllata dalla Guardia di Finanza e gli alloggi sono stati assegnati a chi ne aveva diritto, prima che venissero abusivamente occupati e saccheggiati, come avvenuto in precedenza;

-soluzione con la mia mediazione dell’annosa questione della fornitura acqua alle case popolari di via S. Pietro, consentendo con una adeguata ratealizzazione il recupero di parte significativa del debito pregresso e, soprattutto, restituendo dignità alle famiglie che erano state private dell’acqua potabile;

-rinascita della Fiera Pessima, con le edizioni 2015, 2016 e 2017 che hanno visto la più grande affluenza di pubblico di sempre e, allo stesso tempo, un guadagno per le casse comunali di 40-50 mila €/anno;

-ripristino della programmazione di spettacoli, iniziative culturali e promozione del territorio come mai prima: RossoInChiostro, SpiritodiVino, Manduriaestate e tante altre manifestazioni promosse o sponsorizzate

dall’Amministrazione comunale che, nell’insieme, hanno concorso al conferimento al sottoscritto, per la prima e unica volta nella storia della Città, del premio Sallentino;

-creazione dell’associazione intercomunale della Terra dei Messapi, con i sindaci di Cavallino e di Poggiardo insieme a noi promotori, e grazie all’impegno indefesso del prof. Fernando Sammarco, vero e proprio “Leone di Messapia”;

-innumerevoli interventi e partecipazione a bandi, con esito positivo, regionali e anche europei a favore del territorio della Riserva Naturale, grazie all’impegno, alla collaborazione e alla professionalità di Alessandro Mariggiò, che mi auguro la prossima amministrazione riconfermi nel ruolo di direttore.

-creazione delle consulte dei giovani e delle donne;

-recupero, anche se parziale, del finanziamento SAC - Arneo Costa dei Ginepri, in partnership col Comune di Nardò, che era andato completamente perduto grazie all’inerzia della gestione commissariale, che ha consentito, tra l’altro, di affidare a Legambiente, sempre critica e spesso a sproposito, la gestione dei locali dell’ex chiesa di Santa Croce;

-intitolazione della via al maresciallo Dimitri e della piazza a Elisa Springen: “fatti” dopo fiumi di parole senza concretezza.

L’elenco è sicuramente incompleto, sono andato a mente e qualcosa, anche significativa, l’ho scordata di certo. Ma poco importa, è più che sufficiente a dimostrare come l’Amministrazione della Città, con me e anche prima di me, è andata avanti. Con fatica, certo, ma chi non ha faticato in questi 20 anni? Chi ha amministrato fino al 2001 non doveva sottostare alle regole del patto di stabilità e dell’equilibrio di bilancio: se i conti  a fine anno chiudevano in rosso, interveniva lo Stato a ripianare i debiti. Il debito pubblico saliva, ma le Amministrazioni spendevano e spandevano in tutta tranquillità. Voglio dire alla “eletta schiera” degli aspiranti successori che ora non è più così e che, nonostante la congettura COVID e la chimera del recovery fund, la stragrande maggioranza delle panzane che avete raccontato agli elettori non la potrete non solo realizzare, ma neanche ipotizzare.

E veniamo allo scioglimento per infiltrazione mafiosa, ultimo atto della faida politica che il PD ha ordito nei miei confronti, a scapito dell’intera Città. NON È MAI ESISTITO NESSUN CONDIZIONAMENTO MAFIOSO NELL’ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA negli anni in cui sono stato sindaco. Nè io nè nessuno dei miei numerosi assessori è risultato coinvolto in affari malavitosi, con un’unica eccezione, persona incensurata ed insospettabile dipendente pubblico, che è risultato, all’insaputa di tutti, coinvolto in vicende criminali svoltesi molto prima del mio insediamento e che nulla avevano a che vedere con la attività amministrativa della mia giunta. Nel passato a Manduria e ancora oggi nei Comuni vicini e persino a Roma Capitale abbiamo assistito a fenomeni di infiltrazione del malaffare molto più gravi ed eclatanti, con il coinvolgimento di sindaci, dirigenti, perfino del presidente della Provincia di Taranto, eppure nessuno di questi enti è stato sciolto. Perchè, allora, Manduria, solo Manduria e solo adesso? Leggendo le motivazioni per le quali l’ex Prefetto di Taranto e l’ex ministro Minniti hanno richiesto lo scioglimento verrebbe da ridere, se non fosse che questa vicenda mi ha segnato nel profondo dell’animo, ha colpito me e la mia famiglia, i miei amici più stretti e collaboratori più fidati. Solo noi sentiamo sulle nostre spalle il peso di un marchio d’infamia che Manduria non merita e che, soprattutto, io e i miei affetti non meritiamo. Tutti gli altri, e dico tutti, se lo sono fatti scivolare addosso come se nulla fosse, e sono rimasti o tornati in campo, chi ritenendosi assolto e chi, ancora peggio, ergendosi a giudice. In realtá ciò che è avvenuto a Manduria è un evidente USO POLITICO DELLO STRUMENTO DELLO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE PER ELIMINARE DALLA SCENA UN AVVERSARIO DEL PARTITO DI GOVERNO, IL PD. Un avversario che aveva lealmente e meritamente vinto le elezioni, togliendo l’osso di bocca ai “compagni” del ministro Minniti, che già si vedevano sul trono, un po’ come ora.  Non mi è stato dato modo di difendermi e di difendere l’onore della Città: non sono stato mai ascoltato da nessun organo giudiziario, investigativo, prefettizio o ministeriale; del ricorso al TAR contro il provvedimento di scioglimento non ne abbiamo saputo nulla, così come della denuncia per calunnia presentata nei confronti dell’ex ministro Minniti. La stessa Corte d’Appello che deve decidere sulla mia incandidabilità (della quale in sé per sé non mi importa un fico secco) rinvia da quasi due  anni di mese in mese lo svolgimento dell’udienza, lasciandomi in un “limbo” di cui un paese che si dice civile dovrebbe vergognarsi.

Nessuno dei competitori, tranne l’amico Mimmo Lariccia e il dott. Pignataro, si è sentito in obbligo di sprecare una parola contro l’infamia perpetrata nei confronti della Città che tutti a parole vogliono “migliorare”, far rinascere, riforgiare e far tornare grande. Ma non importa, a prescindere da ogni altra considerazione, non avrei mai votato  per il candidato sindaco del PD e di Minniti.  Nessuna “captatio benevolentiae” nè tantomeno nessuna voglia di “condivisione”, dunque: è solo che di fronte ad un atto dal chiaro sapore di vendetta politica, ordito da un ex ministro di un ben determinato colore politico, mi appaiono poca cosa le sgradevoli insinuazioni giustizialiste di cui sono stato oggetto in alcuni comizi elettorali e articoli di stampa. Confido che, passata la campagna elettorale, si possa ritornare a considerare la storia politica recente con il dovuto rispetto per coloro che, con onestá, spirito di servizio e grande sofferenza, hanno lasciato a chi subentrerà una Città migliore di quella che hanno trovato».

 

Roberto Massafra











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