giovedì 21 novembre 2024


03/10/2020 18:01:13 - Manduria - Politica

L’arroganza delle parole che nasconde il vuoto della politica

Abbiamo salutato con piacere la fine di una lunghissima campagna elettorale: quella del primo turno e poi, nel pieno rispetto delle previsioni, quella che ha preceduto il ballottaggio di domani e lunedì.

Accanto alle indicazioni di massima sugli intendimenti di ogni schieramento, finalizzati a risolvere tutti i problemi della città (con quali risorse? Con quali strumenti? In quanto tempo?), abbiamo purtroppo registrato, in modo trasversale, un brutto clima di acredine e di odio, nonché una mirata arroganza verbale che spesso nascondono l’inconsistenza della proposta politica.

Più che convincere la gente della bontà della propria proposta, soprattutto nel chiuso nelle case, la campagna elettorale è sembrata avere un comune denominatore: l’avversario si deve demonizzare, attaccare e anche offendere e insultare, prima ancora di contrastarlo nella sostanza – opponendogli la visione programmatica delle proprie idee.

Come accade anche nella politica nazionale, giammai parlare di programmi, di idee e di progetti futuri concreti, esponendone le modalità pragmatiche di realizzazione. Distoglierebbero dall’arte della delegittimazione, come unica virtù politica contemporanea.

Non è in questa maniera che si ridà fiducia ad elettori disillusi, stanchi della politica utilizzata come un’arma di pura demonizzazione dell’avversario.

Ciò è accaduto durante la campagna elettorale che ha preceduto il primo turno, ma anche nelle ultime due settimane.

E’ questa la politica che ci meritiamo? E’ questa la politica che risolverà i problemi della nostra città?

Avremmo preferito che i candidati ci raccontassero come vorrebbero Manduria: queste le nostre ricette, queste le modalità pratiche di realizzazione. Queste invece quelle degli altri, che a noi non piacciono, che non riteniamo convincenti perchè, perchè, perchè……

Negli ultimi quindici giorni, poi, è scattata un’altra contesa: quella sul presunto rinnovamento che avrebbe la politica manduriana in caso di successo dell’uno o dell’altro candidato. “I miei consiglieri sono più giovani”; “No, ecco i miei, sono più giovani dei tuoi”. Come se l’essere giovani si misurasse solo dalla data di nascita …

A questo duello a punta di fioretto, avremmo preferito, invece, che entrambi i candidati avessero presentato preventivamente la rispettiva squadra assessorile. Avrebbero consentito agli elettori di avere un metro di giudizio in più prima di recarsi alle urne e di affidare la propria fiducia ad uno dei due.

Dai due contendenti rimasti in lizza (ma anche dagli altri che siederanno comunque in Consiglio) vorremmo una grande dimostrazione di maturità. Al termine dello spoglio di martedì e, soprattutto, all’atto dell’insediamento del nuovo Consiglio comunale, ci aspettiamo che traducano in fatti tutto l’amore che hanno dichiarato di nutrire per la propria città.

Si metta da parte l’acredine, si metta da parte l’odio e si lavori, senza inciuci si badi bene, solo per contribuire al rilancio di Manduria. Come? Con proposte e con collaborazioni fattive e non con una opposizione che, come è accaduto negli ultimi 20 anni, è capace di armarsi solo per far cadere l’avversario e per riportare alle urne gli elettori.

Si volti pagina, Manduria non può più aspettare.











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