L’ex assessore Tonino Mastrovito: «L’intuizione sula sinergia fra pubblico e privato si è rivelata vincente. Di quel contratto si parlò anche alla Bocconi di Milano»
E’ l’ultima struttura sportiva realizzata a Manduria. Si trova sulla via per Sava, alle spalle della caserma dei vigili del fuoco. Fu inaugurata poco più di vent’anni fa.
Fu il risultato di una intuizione, per quei tempi assolutamente innovativa, del sindaco (Gregorio Pecoraro, ora rieletto) e dell’assessore allo Sport (Tonino Mastrovito) dell’epoca: la cessione di un terreno di proprietà alla Comunale alla Icos Sporting Club, che, con propri fondi, avrebbe poi realizzato la piscina comunale. Nel contratto si stabilì il diritto di gestione per 30 anni all’azienda che aveva sostenuto tutti gli oneri economici. Poi tornerà ad essere di proprietà comunale.
«Fu inaugurata il 30 settembre del 2000» ricorda Tonino Mastrovito. «Siamo riusciti a dotare la nostra città di questo splendido impianto sportivo grazie alla sinergia fra l’ente pubblico (il Comune) e quello privato (la Icos). Una collaborazione vincente e una novità quasi assoluta per quell’epoca. Ricordo che di quel contratto si parlò anche durante un convegno che si tenne all’interno dell’Università Bocconi di Milano».
Da sempre povera in impiantistica sportiva, Manduria sfruttò nel migliore dei modi un terreno, abbandonato, di proprietà, ubicato nella periferia della città.
«Avevamo a disposizione quel terreno, ma non avevamo i finanziamenti necessari per realizzare la piscina» prosegue l’ex assessore Mastrovito. «Ci venne allora quell’idea e decidemmo di contattare la Icos. In brevissimo tempo si addivenne all’intesa e, quindi, si cantierizzò l’opera. I costi per il Comune? Esclusivamente quelli derivanti dalla realizzazione delle indispensabili opere di infrastrutturazione primaria. I benefici? Tantissime generazioni di giovani hanno potuto usufruire della piscina, anche a livello agonistico. I maestri della Icos hanno formato a lanciato diversi campioni di nuoto, non solo a livello regionale. Poi la nostra idea venne “copiata” da altri Comuni del Salento, ma in diversi casi sono sorti non pochi problemi.
In quegli stessi anni riuscimmo a ristrutturare e ammodernare anche lo stadio “Dimitri”. Ma, da allora, nel settore dell’impiantistica sportiva è tutto fermo».
Fra qualche giorno si insedierà nuovamente il sindaco Pecoraro: Manduria riuscirà ad avere un palasport?