L’invito al sindaco Pecoraro: «Si discuta del problema in Consiglio comunale»
«Siamo preoccupati della situazione sanitaria del territorio e in particolare dell’ospedale “Giannuzzi”».
A Manduria è stata lanciata una petizione finalizzata alla difesa del presidio sanitario. Petizione che sarà inviata al governatore Emiliano, al direttore generale della Asl Rossi e al nuovo sindaco Pecoraro.
«Quando si è costretti per qualche urgente necessità a recarsi al pronto soccorso, si tocca con mano la stanchezza dei pochi medici, che, pallidi ed affaticati, si muovono come zombie da una stanza all’altra per cercare di rispondere alle richieste dei pazienti e portare sollievo alle loro sofferenze» è riportato in apertura della petizione. Poi si elencano le altre criticità del “Giannuzzi”, alla base delle preoccupazioni per il suo futuro. «Nel servizio di Radiologia, i medici sono soltanto 3 e fra qualche mese si licenzieranno ed andranno a lavorare in altre strutture, ma sembra che nessuno si stia preoccupando del fatto che un ospedale senza radiologi non potrà sopravvivere.
Le stesse considerazioni valgono per altri reparti dello stesso presidio ed in particolare per quello di Cardiologia, dove i medici che turnano sono rimasti in 3 ed è palese che lavorano in preda ad una costante sensazione di vero e proprio soffocamento, perché oltre a dover rispondere alle richieste di consulenza degli altri reparti (Pronto Soccorso compreso) e a quelle di assistenza dei pazienti cardiologici ricoverati, sono soggetti a turni che, si immagina, non permettano loro neppure di recuperare le energie fisiche, azzerando completamente la loro vita privata ed esponendosi a danno psico-fisico grave.
E’ lecito chiedersi come si possa andare avanti così e per quanto tempo. E’ evidente che è un’urgenza improcrastinabile affiancare altri medici a quelli del Pronto Soccorso, della Cardiologia, della Radiologia e degli altri reparti.
Per tanto al sindaco, in qualità di autorità sanitaria, i sottoscritti chiedono la convocazione urgente di un Consiglio comunale con all’ordine del giorno la precaria situazione sanitaria del territorio.
Al presidente della Regione chiedono di intervenire per trovare le giuste soluzioni assieme al direttore generale della ASL di Taranto.
Al presidente Emiliano si fa notare che la messa in opera dell’ospedale San Cataldo di Taranto (giusta e meritoria decisione) non risolve e non risolverà le criticità sopra esposte, se questo territorio sarà abbandonato a sé stesso e non sarà messo in grado di funzionare da “postazione intermedia” che possa garantire alle persone dello stesso territorio di raggiungere in sicurezza tali ospedali più grandi e più attrezzati».