Peppino Loparco è stato, per decenni, una icona per la città. Nel 1952 ha infatti aperto il primo studio di coiffeur per donna a Manduria. Le sue mani hanno acconciato i capelli di svariate generazioni di donne, non solo della città messapica, ma anche dei centri limitrofi
Ha atteso di festeggiare i 100 anni nella propria abitazione prima di lasciarsi andare: domenica ha spento, con non poca difficoltà, le 100 candeline, attorniato da figli e nipoti, e martedì se n’è andato via,
Peppino Loparco è stato, per decenni, una icona per la città. Nel 1952 ha infatti aperto il primo studio di coiffeur per donna a Manduria. Le sue mani hanno acconciato i capelli di svariate generazioni di donne, non solo della città messapica, ma anche dei centri limitrofi.
“Vado da Peppino a farmi i capelli”: un refrain ricorrente per le donne di un’epoca in cui probabilmente non esistevano ancora i becchi d’oca e si usava la retina per asciugare i ricci fissati con le forcine. Un vero e proprio personaggio, per Manduria, la cui improvvisa morte ha colto di sorpresa anche la nuova Amministrazione e il sindaco Gregorio Pecoraro, che avevano già preparato una targa da donare, insieme a tanto affetto, al buon Peppino nel corso di una cerimonia per festeggiare il suo secolo di vita.
Peppino è stato, a suo modo, un innovatore. Al suo talento e alla sua professionalità si sono affidate, per decenni, migliaia di donne, alle quali ha donato la propria passione e l’ideazione di acconciature fantastiche in un periodo in cui in città esistevano solo i barbieri per uomini.
Proprio in una di queste barberie, un po’ come si usava fare in quei decenni, Peppino, da discepolo, ha iniziato ad imparare i primi rudimenti della sua arte. Ma la barberia ingabbiava la propria fantasia e la propria voglia di dedicarsi alle acconciature. Nei primissimi anni ’50, allora, sostenuto in questo dalla propria famiglia, decise di iscriversi e di frequentare, a Bari, un corso per parrucchieri per signora. Qui ebbe modo di perfezionare la propria ispirazione e il proprio talento innato.
Decise, pertanto, per una svolta radicale per quell’epoca: aprire un proprio studio di coiffeur per donne. Lo fondò in via Pietro Maggi, per spostarsi, solo per una quindici di anni, in un locale poco distante dalla chiesa Madre, proprio di fronte alla casa dell’arciprete. Ha trasmesso la sua arte alla figlia Franca, che per molti anni ha poi diretto lo studio, ma sempre sotto l’amorevole supervisione di papà Peppino.
Il maestro se n’è andato martedì. Maestro del taglio, dell’acconciatura, di un’arte particolare come quella di curare e valorizzare i capelli delle donne, è riuscito a raggiungere e festeggiare il traguardo dei 100 anni di vita.
«Viveva con me a Como» racconta la figlia Franca. «Siamo scesi a Manduria proprio per questo evento speciale: il suo secolo di vita. Lui stava benino, ma chiaramente l’età avanzata aveva generato un decadimento fisico. Negli ultimi giorni, dopo aver ritrovato la sua casa, si è letteralmente lasciato andare. Domenica sono riuscita comunque ad aiutarlo a sedersi su una poltrona e a filmarlo mentre soffiava le candeline della torta dei 100 anni».
Due giorni dopo, martedì, il maestro Peppino, estroso, cordiale, garbato e sempre creativo, ci ha lasciati.