La preziosa opera in provincia svolta da Giocatori Anonimi e Gam Anon (associazione per i familiari dei giocatori) per il recupero dalla dipendenza dal gioco
Ogni italiano, neonati compresi, nel 2019 ha speso in giochi la bellezza di 322,8 euro (742,6 euro a famiglia). Lo afferma il Codacons, commentando i dati emersi dal Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli.
La ludopatia, ovvero la dipendenza dal gioco, è una piaga della società, purtroppo molto sottovalutata. La ludopatia è, in parole povere, il bisogno psicologico (e per certi versi anche fisico) di stare perennemente connessi a giocare, alle slot machine, come al black jack, come a qualsiasi altro tipo di intrattenimento virtuale o reale (ad esempio i gratta e vinci). Viene considerata una patologia dalle conseguenze certamente più gravi se riguarda eSports a pagamento, ossia giochi d’azzardo online.
Come uscire da questo tunnel? A Taranto vi sono due associazioni in prima fila che operano in questo settore: Giocatori Anonimi e Gam Anon (quest’ultima riservata ai familiari dei giocatori). Con il metodo dell’auto-aiuto, tantissimi giocatori della nostra provincia (e non solo) sono riusciti a vincere questa dipendenza.
Vi proponiamo le testimonianze di chi ha vissuto questo incubo, sia come giocatore (Pino), sia come familiare (le altre due)
«Mi chiamo Pino e sono un giocatore compulsivo» si presenta Pino. «Frequento Giocatori Anonimi e sono astinente da un po' di anni, da quando, ovvero, sono entrato a far parte di questa meravigliosa associazione, che oggi (e spero per il mio futuro) intendo poter servire con amore, responsabilità e gratitudine.
Quante parole sono dettate dalla consapevolezza che frequento Giocatori Anonimi per il mio recupero e il desiderio di vivere una vita serena. Mi impegnandomi ad accettare e correggermi il più possibile per vivere insieme alle persone che mi amano senza provocare dolore e sofferenza. Tutto ciò, lo ribadisco, richiede un grande impegno ed è per questo che ho bisogno del gruppo. Per tanti anni il gioco d’azzardo ha reso infelice la mia vita e di chi ancora mi sta accanto.
In Giocatori Anonimi sono stato accolto come uno di loro: nel gruppo nessuno mi giudica per quello che è stato il mio passato, abbiamo tutti lo stesso problema che è quello della dipendenza dal gioco d’azzardo.
Un giorno alla volta ne sto venendo fuori e spero che la mia testimonianza possa essere di aiuto a tanti giocatori compulsivi che ancora soffrono».
La ludopatia sconvolge anche chi sta accanto ai giocatori, ovvero intere famiglie. Ecco la testimonianza di Laura.
«Mi chiamo Laura e sono la moglie di un giocatore compulsivo.
Per tanti anni ho vissuto l’inferno nella mia famiglia a causa del gioco del mio familiare. Tutto era stravolto: non esisteva più dialogo tra figli e noi genitori e la casa era un campo di battaglia. E poi tanti debiti... Il mio giocatore che negava l’evidenza del disagio e dei tanti problemi.
Io ho cercato da sola per anni di affrontare il tutto, ma non ce la potevo fare. E poi ho incontrato Gam-Anon e finalmente la possibilità di non essere più sola, ma soprattutto l’incontro con altri familiari che mi hanno dato la forza di affrontare il problema e di cominciare di nuovo a sperare. Si può stare meglio e si può tornare a vivere chiedendo aiuto. Io l'ho fatto ed oggi le cose in famiglia vanno decisamente meglio.
Serene 24h».
Ecco la testimonianza di un’altra componente di una famiglia di un giocatore.
«È passato diverso tempo dall’arrivo nella stanza di Gam-Anon, ma prima di quel giorno non mi ero resa conto che anch’io come familiare di un giocatore compulsivo avessi bisogno di aiuto. Appena arrivata in Gam-Anon ero delusa, arrabbiata piena di vergogna, desiderosa di vendetta e anche piena di paura. Mi sentivo una fallita e volevo punire mio marito che non era quella persona che io avevo conosciuto e che il gioco aveva trasformato.
Nel gruppo ho compreso che i comportamenti del mio familiare e quello che aveva combinato a livello economico, emotivo e su tutti i piani relazionali fossero dovuti alla malattia della dipendenza. E' stata dura accettare che il gioco fosse una malattia, e all'inizio ho pensato che fosse una sorta di auto giustificazione. Invece è stato imparare a vedere le cose con occhi diversi.
Stare in quella stanza con altre persone mi ha portato a liberami dai miei sensi di colpa per quello che il gioco aveva causato nella mia vita e non mi sono più sentita responsabile per i comportamenti del mio familiare. Ho imparato ad avere pensieri positivi, piccoli lumicini verso il futuro, a non avere più paura di tutto. Parlare tra quelle mura mi ha fatto bene invece di tenermi tutto dentro, li mi sono sentita compresa perché le altre persone che come me avevano vissuto lo stesso problema conoscevano il mio dolore senza bisogno di parlare e piano attraverso il programma dei 12 passi quel dolore si è trasformato in amore verso gli altri e verso me stessa.
E’ grande l’affetto quando sento parlare una persona nuova nella stanza o altre persone, sento le loro emozioni, ricordo la mia storia e imparo sempre ogni giorno a voler bene a loro e anche a voler bene a me stessa ed è questo che ho ricevuto: l’autoiauto».
Il nostro consiglio: coloro che sono caduti in questo vortice, possono con fiducia rivolgersi alle due associazioni, che hanno sede a Taranto. Ecco i loro recapiti.
G.A. GIOCATORI ANONIMI – Tel.:. 3401214014; e-mail taranto2005@giocatorianonimi.org
GAM.ANON FAMIGLIARI DI GIOCATORI COMPULSIVI – Tel.: 3209648410; e-mail gamanonta@yahoo.it