lunedì 25 novembre 2024


10/11/2020 09:11:07 - Manduria - Attualità

Se la presenza a scuola genera pericoli agli studenti, il governatore abbia il coraggio di chiudere tutte le scuole e di passare alla didattica a distanza, come nel periodo del lockdown

Dopo un’intera estate in cui si sentiva continuamente il ritornello sulla indifferibilità della presenza a scuola, durante la quale trasmissioni televisive e giornali hanno disquisito sull’utilità dei banchi a rotelle (ancora non distribuiti in tutti gli istituti) e si sono cercati spazi alternativi per consentire il distanziamento nelle aule, ecco in Puglia il colpo di scena.

«La riapertura delle scuole ha fatto lievitare il numero dei contagi fra i ragazzi in età scolare» ha fatto notare il governatore Emiliano.

Sin qui nulla di imprevedibile. Lo abbiamo scritto più volte: le scuole sono sicure sino a quando dall’esterno uno studente o un docente non porta con sé, a sua insaputa chiaramente, il virus. Più volte abbiamo scritto che sarebbe stato necessario chiudere le scuole per cercare di contenere il proliferare del virus.

Ma il governatore, quasi certamente per non inimicarsi le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano e quindi non riescono a gestire un figlio piccolo a casa nelle ore mattutine, tira fuori il coniglio dal cilindro.

«Scelgano le famiglie se mandare o meno i loro figli a scuola. Io consiglio di non mandarli e se la Dad non è immediatamente disponibile, potete pretenderla a tutela del diritto allo studio dei vostri figli e la scuola in breve tempo deve garantirvela».

Da un amministratore che conosce i tempi della burocrazia, tutto ci si poteva attendere ma non questa uscita che aizza le famiglie contro gli istituti scolastici i quali, non disponendo di reti capaci di sostenere 30, 40 o 50 collegamenti nello stesso momento, non possono garantire la DAD a tutti.

Colui, in sostanza, non ha preparato la sanità alla seconda ondata dell’epidemia (eppure, avendo conservato la delega alla sanità, ha avuto a disposizione giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre…), colui che non ha riorganizzato in tutto questo tempo i trasporti per consentire a studenti e lavoratori di viaggiare in sicurezza, invita le famiglie a “pretendere” (questo è il verbo utilizzato) la didattica a distanza da un giorno all’altro alle scuole. Le stesse scuole che, per mesi, sono state invece invitate a organizzare gli edifici in modo tale da ospitare tutti gli alunni in sicurezza…

Come può, poi, Emiliano continuare a non capire (o a far finta di non capire) che un docente non può tenere nella stessa ora sia la lezione in presenza, con parte della classe in aula, e la lezione a distanza, con l’altra parte della classe che si collega attraverso la rete?

Considerazioni, queste, che chiunque matura in una situazione di grande caos per la scuola, in cui i dirigenti didattici fanno e disfanno la tela (proprio come Penelope), un giorno si e l’altro pure, dovendo mettere in pratica determinazioni contrastanti fra loro (leggasi Dpcm e ordinanze regionali).

Ma per un politico è sempre meglio tenere il piede in due scarpe: accontentiamo sia chi non può tenere i figli a casa e vuol mandarli a scuola, sia chi, invece, decide prudenzialmente di tenerli a casa. E le scuole e i docenti? Si arrangino…

Ci chiediamo: Emiliano si farebbe comportato ugualmente se tutto questo fosse successo prima delle elezioni?











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