lunedì 25 novembre 2024


12/11/2020 07:40:14 - Manduria - Attualità

L’intervento di Salvatore Dinoi, rappresentante locale dell’associazione ANED

 

«Sia salvato il servizio della dialisi del “Marianna Giannuzzi” e sia garantita la massima sicurezza a tutti coloro che, per tre giorni alla settimana, sono costretti a sottoporsi a questo trattamento».

Il nosocomio manduriano, trasformato in ospedale per pazienti Covid, viene privato, in questi giorni, di servizi e delle professionalità degli operatori sanitari sinora impiegati. Hanno chiuso i battenti dapprima il reparto di Cardiologia e quello di Medicina. Poi è toccato al Pronto Soccorso, che non può più accettare emergenze dall’esterno, ma resta attivo solo per i pazienti Covid. Ieri è stata la volta di altri due fiori all’occhiello del “Giannuzzi”: Chirurgia e Ortopedia.

Chiusa anche Oncologia, altro vanto del territorio: anche in questo caso i tanti pazienti in trattamento dovranno essere seguiti da altre strutture. In queste ore, poi, pure la Radiologia diventa un servizio riservato solo ai pazienti Covid… In tutto questo quadro di spoliazione di servizi sanitari, nel comparto dell’emergenza-urgenza si segnala il trasferimento, per una settimana, di medici e infermieri della postazione del 118 manduriano, avvenuta alcuni giorni fa. Tutto questo nel silenzio quasi assoluto di enti e istituzioni, compresi coloro che, alle recenti Regionali, hanno chiesto fiducia e quindi voti alla comunità manduriana promettendo impegno per il territorio e vicinanza.

Il servizio della Dialisi, punto di riferimento per pazienti dell’intero circondario resta, per il momento, attivo.

«Il servizio della Dialisi dell’ospedale “Marianna Giannuzzi” serve circa 80 persone della zona, ai quali necessita questo trattamento per far fronte ad una grave patologia» rimarca Salvatore Dinoi, rappresentante manduriano dell’ANED (Associazione Nazionale Emodializzati – Dialisi e Trapianto). «Al “Giannuzzi” vengono seguiti e sottoposti a dialisi pazienti di San Pancrazio, Erchie, Maruggio, Sava, San Marzano, oltre che di Manduria.

Questo servizio è dunque fondamentale per tanta gente, che, per quanto sta accadendo al “Giannuzzi” e per le prospettive di cui si vocifera (molti sanitari sono in procinto di andar via e c’è chi ipotizza una futura chiusura dell’ospedale), nutrono legittimamente dei timori sulla possibilità che possa essere sospeso.

Ecco perché io e la mia associazione ribadiamo con fermezza la necessità che il servizio di Dialisi non sia toccato dalla trasformazione del “Giannuzzi” in ospedale Covid. Non solo. Alle persone in trattamento, deboli proprio perché alle prese con una patologia importante, deve essere garantita anche la massima sicurezza nel percorso che devono seguire per giungere sino al reparto Dialisi: deve essere incontaminato e quindi senza rischio di contagio dal virus.

Al direttore generale Rossi e alla direttrice sanitaria Pandiani chiedo, altresì, che venga preservato il parcheggio interno per le auto dei dializzati. Al termine del trattamento, i dializzati sono debilitati e non tutti riescono a raggiungere le auto se parcheggiate fuori dall’ospedale. Confidiamo nella sensibilità del direttore Rossi e della direttrice Pandiani».











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