La pena aumenta solo per Dimonopoli; per altri otto le pene sono state ridotte
I giudici della Corte d’appello di Lecce (presidente Domenico Cucchiara) hanno modificato il capo d’accusa per l’ex presidente del Consiglio comunale Nicola Dimonopoli da corruzione elettorale, per il quale in primo grado era stato condannato a 2 anni, a scambio elettorale politico-mafioso, elevando la pena (non più sospesa) a 4 anni e 8 mesi con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.
Solo otto, le condanne ridotte in appello. Dai 16 anni di carcere del primo grado, la condanna per Campeggio è scesa a 8 anni e 2 mesi. Ridotta la pena da 7 anni e 4 mesi a 5 anni e 4 mesi per un altro politico coinvolto nel caso, l’ex assessore allo Sport e Spettacolo Massimiliano Rossano.
Ridotte anche le pene per Daniele Lorusso, da 7 anni e 7 mesi a 4 anni e 10 mesi; Leonardo Trombacca, da 7 anni a 5 anni e 1 mese; Oronzo Soloperto, da 7 anni e 4 mesi a 5 anni di reclusione; Davide Biasi, da 7 a 5 anni; Luciano Carpentiere, da 7 anni e 4 mesi a 5 anni e 2 mesi; Francesco D’Amore da 5 anni a 4 anni e mezzo; Pietro Corona, da 4 anni e mezzo a 4 anni. Scende di soli due mesi, per un capo d’accusa prescritto, la pena a 4 anni per Francesco Palmisano e Damiano Locritani.
Assolto Cataldo Paraniti, condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi.
Confermate, invece, tutte le altre condanne, tra cui quella più alta, 14 anni, per Giovanni Buccoliero.