E’ scritto dal regista oritano Antonio Patisso e uscirà l’otto di marzo in occasione della Festa delle Donne
Il tema della violenza sulle donne è purtroppo sempre più parte integrante della nostra cronaca quotidiana e, come sempre nella routine quotidiana, a questa violenza stiamo facendo l’abitudine quando guardiamo ormai distrattamente le notizie sui giornali o sentiamo i vari telegiornali alla televisione. Un fenomeno, quello della violenza, aumentato notevolmente durante il lockdown dovuto alla pandemia del Covid-19 che ha colpito il mondo. E’ da qui che nasce il cortometraggio “Il tuo coraggio, la mia salvezza” scritto dal regista oritano Antonio Patisso, e che uscirà l’otto di marzo in occasione della Festa delle Donne. Il cortometraggio è un omaggio alle donne che sono rimaste vittime di femminicidio e a quelle che si trovano ad affrontare situazioni di violenza fisica e psicologica nell’ambito di rapporti malati.
Un corto di pochi minuti che racconta di un uomo, Luca, con gravi problemi legati al lavoro e alla gelosia, dalla natura bestiale e che nei confronti della moglie Anna abusa psicologicamente e fisicamente. Si capisce che tra i due il rapporto è finito proprio a causa della brutalità dell’uomo che dopo la perdita del lavoro, e al conseguente nuovo lavoro della moglie, alla fine comincia a perseguitare la stessa Anna ma anche la figlia Chiara fino allo sfociare nell’arresto dello stesso che evita un drammatico epilogo. Una storia intensa e cruda a tratti anche un pò forte, proprio per evidenziare il grosso problema che vivono molte donne, nel momento in cui il partner diventa un estraneo, un loro nemico. In questo cortometraggio firmato da Antonio Patisso, hanno partecipato vari attori tra i quali troviamo Anna Gallo, Enza Merico e Lucio Epifani, ma anche un attrice giovane ma dal futuro promettente come Valentina Bianco, oltre a Rosario Di Viggiano ed Enzo Cozzetto.
Al giorno d’oggi, dice il regista Patisso, purtroppo la violenza è tanta e, dunque, parlare contro di essa richiede coraggio. Non solo il coraggio di dire basta ma anche quello di agire in modo coerente e conseguente. Nell’epoca in cui nella gente, il modo di pensare rimane volutamente sordo e ignorante, sospettoso nei confronti di ogni forma di cultura e di rispetto della dignità dei diritti, questo coraggio è ancora più necessario. Questo è il mio terzo cortometraggio sul tema, è l’obiettivo è sempre lo stesso, e cioè quello di non dimenticarci di queste donne e delle loro sofferenze e dire a loro che noi ci siamo e che non sono sole e non riportare l’attenzione su questo dramma sarebbe sbagliato, perché il silenzio troppe volte può essere fatale.
Giuseppe Argese