Il profilo di Gregorio Curri, candidato per la Lista Girardi
Costruire lo sviluppo
Gregorio Curri, 28 anni, è un moderato né più intelligente, né più saggio di tanti altri suoi coetanei. Non ha una risposta ad ogni domanda, né una ricetta pronta per tutto. Per trovare la propria strada si è laureato a Bologna in Ingegneria con una tesi che propone un modello tecnico economico efficiente sulle infrastrutture stradali del centro storico di Manduria.
Oggi, ha deciso di mettersi al servizio della città, candidandosi come consigliere alle prossime elezione comunali, aderendo alla lista Girardi.
Del resto si può guardare lontano, cominciando dalla propria città.
Gregorio Curri vive l’impegno politico con l’approccio del tecnico: per lui la contrapposizione ideologica non deve essere di ostacolo alla soluzione dei problemi, né alibi per il perseguimento di interessi personali.
Niente spazio al cinismo o alla rassegnazione.
Gregorio Curri, nel corso degli studi universitari, ha imparato a considerare con distacco la sua terra di origine, senza la retorica soporifera dei tanti convegni che ripropongono la Questione Meridionale.
Gregorio Curri non è un sovversivo e neppure un eretico rampante alla ricerca della ribalta. Niente effetti speciali o pretese di cambiare il mondo a parole, ma proposte concrete a cominciare dalle piccole cose.
Gregorio Curri reclama a gran voce la creazione di un tavolo permanente di esperti competenti per materia in grado di valutare nel merito l’azione politica.
Gregorio Curri propone il censimento dei fondi interclusi per la loro riqualificazione ambientale ed economica.
Gregorio Curri si fa portavoce di una proposta per l’adozione di un “super-dirigente” in grado di coordinare l’attività del settore tecnico, l’ufficio del piano e quello di manutenzione per abbattere gli sprechi della gestione delle opere di urbanizzazione affidate a società di “global service”.
Governo e controllo del territorio devono essere i punti cardine dell’azione politica. Non può esserci buona vita sociale ed economica nella Manduria contemporanea senza una riflessione nuova sul piano di sviluppo del territorio. Bisogna elaborare un concetto nuovo di abitabilità e di qualità del paesaggio, distinguendo tra il costruire e l’edificare.
Il territorio del comune di Manduria è di fatto trasformato. È inutile attendere strumenti di controllo obsoleti come il piano regolatore. Occorre gestire l’esistente in modo nuovo, utilizzando strumenti più evoluti e soluzioni alternative che favoriscano l’occupazione e l’imprenditorialità.
Una buona amministrazione non può ridurre il governo del territorio alla burocrazia dei divieti e delle concessioni, ma deve sapere indirizzare e guidare in modo razionale le scelte dei cittadini e degli imprenditori.
Parole d’ordine devono essere riqualificazione e semplificazione anche contro un certo ecologismo di maniera che troppo spesso, ha consegnato all’immobilismo e all’inerzia non solo i luoghi, ma anche lo sviluppo economico della città.
Manduria deve piantare radici nuove nel futuro e per farlo servono pensieri nuovi e una nuova presa di coscienza civile.