E’ tra i dieci musei naturalistici che fanno parte della sperimentazione nazionale del progetto “Museintegrati” per la promozione di buone pratiche di sviluppo sostenibile locale
Il museo di biologia marina “Pietro Parenzan” dell’Università del Salento, a Porto Cesareo, è tra i dieci musei naturalistici che fanno parte della sperimentazione nazionale del progetto “Museintegrati” per la promozione di buone pratiche di sviluppo sostenibile locale. Il progetto è vincitore del bando del Ministero della Transizione Ecologica per la promozione delle attività a supporto dell’attuazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, il Museo delle Scienze di Trento ne è il museo proponente e responsabile, mentre l’ICOM – International Council of Museums Italia e l’ANMS – Associazione nazionale dei musei scientifici sono partner di progetto.
«La partecipazione del museo di biologia marina al progetto “Museintegrati” è il riconoscimento dell’impegno pluriennale dell’Università del Salento sul tema della sostenibilità ambientale e sociale nelle sue tre missioni fondamentali: la formazione, la ricerca scientifica e la divulgazione al grande pubblico», commenta il Direttore del Museo Stefano Piraino, «I musei possono svolgere un ruolo importante per promuovere l’alfabetizzazione scientifica. Nel nostro caso, la conoscenza e la consapevolezza della crisi ambientale globale nel grande pubblico, coinvolgendo cittadini di ogni età verso un impegno quotidiano, attivo e responsabile, per la salvaguardia delle risorse naturali e per la sostenibilità di quella che Papa Francesco chiama molto opportunamente la Casa Comune».
Il progetto si concluderà nella primavera 2022 con la pubblicazione del documento “I Musei per lo sviluppo sostenibile”, che fornirà indicazioni e stimoli per inserire i temi dell’Agenda 2030 e della Strategia Nazionale per lo Sviluppo sostenibile tra gli obiettivi prioritari da perseguire dai musei italiani.
Il museo di biologia marina dell’Università del Salento è stato fondato 1966 dal professor Pietro Parenzan e oggi è a lui intitolato. Le diverse strategie espositive, dall’immersione in liquido fissativo alla moderna realizzazione di modelli in resina, rendono testimonianza dell’attività del Museo durante gli oltre sei decenni della sua esistenza. Nuove sale, recentemente allestite con il coordinamento tecnico di Anna Maria Miglietta, affiancano e vivacizzano l’esposizione della collezione originaria: la Sala della Pesca, concepita come un “avvicinamento” della realtà museale alla realtà locale mediante l’esposizione di modelli in resina dei pesci pescati sul posto, accompagnati da schede didattiche che illustrano in maniera semplice per ciascuna specie sia le caratteristiche morfologiche, che le abitudini di vita; e la Sala dello Squalo Elefante, che simula le profondità marine in cui nuota questo gigante del mare. Un’attiva produzione di pannelli e poster esplicativi contribuisce alla divulgazione e alla didattica delle tematiche di salvaguardia ambientale o anche della rivalutazione delle antiche tradizioni locali, come nel caso delle antiche ricette relative alla cucina del pesce a Porto Cesareo.