sabato 23 novembre 2024


13/05/2021 12:25:21 - Provincia di Taranto - Cronaca

L’associazione a delinquere, capeggiata da due soggetti tarantini, di cui uno appartenente ad un noto istituto di vigilanza operante nel tarantino, poteva contare su un’articolata e strutturata organizzazione criminale, della quale faceva parte un avvocato, il quale metteva a disposizione del sodalizio le sue conoscenze tecniche-giuridiche necessarie per la liquidazione dei sinistri e procacciava falsi testimoni perché rendessero false testimonianze in sede di giudizio civile

Nelle prime ore di questa mattina, il personale della Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Taranto, in collaborazione con personale del Compartimento Polizia Stradale per la Puglia di Bari, le Sezioni di Brindisi e Lecce, ha dato esecuzione a 7 ordinanze di custodia cautelare, di cui una misura cautelare in carcere, 5 misure agli arresti domiciliari e domiciliari un obbligo di presentazione agli uffici della P.G., a carico di altrettanti soggetti residenti nelle province di Taranto.

Gli arrestati sono indagati per associazione a delinquere finalizzata alla simulazione di falsi incidenti stradali, creando una vera e propria rete criminosa finalizzata a conseguire l’indennizzo delle compagnie di assicurazioni attraverso la falsificazione, alterazione e pre-costituzione di documentazione.

L’attività investigativa posta in essere dal personale della Squadra di P.G. della Sezione Polizia Stradale di Taranto, diretta dal Sostituto Procuratore Dr.ssa Daniela PUTIGNANO e coordinata all’epoca dei fatti dal dirigente V.Q. Dr. Nicola MANZARI e dal comandante della squadra di P.G. V. Ispettore MAIORINO Leonardo della Sezione Polizia Stradale, ha avuto inizio nel novembre 2019 a seguito del costante monitoraggio delle banche dati in dotazione.

La complessa attività investigativa avviata dalla Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Taranto ha consentito di individuare un’organizzazione criminale stabilmente incardinata sul territorio jonico.

Le indagini, supportate dalle intercettazioni telefoniche, hanno messo in luce l’esistenza di un gruppo stabilmente dedito all’illecita, ed estremamente redditizia, attività di truffe ai danni delle assicurazioni. L’associazione a delinquere, capeggiata da due soggetti tarantini, di cui uno appartenente ad un noto istituto di vigilanza operante nel tarantino, poteva contare su un’articolata e strutturata organizzazione criminale, della quale faceva parte un avvocato, il quale metteva a disposizione del sodalizio le sue conoscenze tecniche-giuridiche necessarie per la liquidazione dei sinistri e procacciava falsi testimoni perché rendessero false testimonianze in sede di giudizio civile.

L’attività ha evidenziato, in ogni modo, anche il ruolo di altri sodali all’interno dell’organigramma delinquenziale che partecipavano in prima persona a numerose pratiche risarcitorie, ove emergeva la figura di un altro appartenente allo stesso Istituto di Vigilanza il quale si rendeva disponibile al rilascio di false dichiarazioni.

La complessità delle indagini ha altresì evidenziato il ruolo determinante del Vigilante, promotore dell’organizzazione, il quale, sfruttando la propria posizione professionale, favoriva l’accesso presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Taranto a soggetti con lesioni fisiche preesistenti al fine di ottenere certificati medici poi utilizzati nei falsi sinistri stradali.

Numerosi sono stati i servizi di osservazione e pedinamento svolti dalla Squadra di Polizia Giudiziaria, procedendo anche a specifiche attività tipiche di polizia giudiziaria che hanno determinato, all’interno dell’associazione, momenti di tensione e preoccupazione.

L’attività di indagine coglieva in modo chiaro ed esaustivo il modus operandi ed i meccanismi, tutti ampiamente collaudati, dell’organizzazione criminale, a conferma della sua operatività protrattasi da e per diverso tempo in modo “professionale”.

Sintomatico appariva il linguaggio criptato utilizzato dall’organizzazione, ricorrendo a formule ellittiche e dialettali del tipo: “vedi tu se trovi una macchina che si vende”, per indicare la necessità di reperire un soggetto disponibile a denunciare falsamente lesioni preesistenti riconducibili ad eventi infortunistici in realtà mai accaduti, o il termine “per la prenotazione fammi sapere 4-5 giorni prima perché devo preparare la mamma” per indicare la necessità di essere avvertito in tempi utili al fine di predisporre l’autovettura protagonista del falso incidente stradale.

Sono stati denunciati in stato di libertà 54 soggetti, coinvolti a vario titolo nei reati di truffa, falsa testimonianza innanzi all’Autorità Giudiziaria, falso in atto pubblico, tra i quali spiccano la figura di un altro avvocato e di un cancelliere giudiziario in servizio presso il Giudice di Pace di Taranto, anch’egli coinvolto direttamente in un falso sinistro stradale.

Nel corso delle indagini sono state monitorate 14 pratiche relative a falsi incidenti stradali, che hanno consentito all’organizzazione criminale di ottenere un rilevante illecito profitto.











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