In una falsa determinazione si fa riferimento ad un impianto di stoccaggio sito a Manduria, lungo la strada statale 7, km 256, in realtà inesistente
C’è un manduriano fra gli arrestati nell’ambito dell’indagine sul traffico dei rifiuti, di cui abbiamo già dato notizia. Si tratta di F. S., 56 anni, che risulta residente a Manduria. Diversi i capi di imputazione a suo carico: secondo gli inquirenti, avrebbe avuto il compito di ricercare, selezionare e sistemare i siti ove doveva essere effettuato lo smaltimento illecito, sovraintendendo anche alle operazioni materiali di sversamento ed abbandono. Per lui anche l’accusa di concorso in invasione di terreni aggravato per essere stato il (atto reato commesso da piu di cinque persone ed allo scopo di eseguire il delitt. Il suo compito, sempre secondo l'accusa, sarebbe stato quello di individuare e preparare i luoghi da adibire all'illecito smaltimento e abbandono dei rifiuti, di assistere alle fasi di scarico e nel predisporre i falsi atti autorizzativi.
La città di Manduria compare nel fascicolo giudiziario in uno dei tanti capi di imputazione di alcuni indagati, accusati di “concorso nel delitto di falsità materiale commessa dal privato in autorizzazione amministrativa, aggravato per essere stato il fatto reato commesso allo scopo di eseguire il delitto di cui all'art. 452 quaterdecies ovvero plurime violazioni dell'art. 256 D.L.vo 152/2006)”.
Si fa riferimento ad una “falsa determinazione della Provincia di Taranto avente ad oggetto rinnovo della autorizzazione integrata ambientale per la gestione di un impianto complesso per lo stoccaggio (deposito preliminare e messa in riserva), trattamento fisico, raggruppamento preliminare, ricondizionamento preliminare di rifiuti urbani, e di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi sito in Manduria strada statale n. 7 km 256 snc. (in realtà inesistente)”. Pare che i rifiuti in questione non sarebbero stati quindi tombati a Manduria, bensì a Surbo.
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