In Puglia hanno già aderito 650 farmacie su 2.200
La strada è spianata, i dettagli operativi sono ormai in via di definizione. Già nei prossimi giorni potrebbe concludersi l’accordo tra Regione Puglia e farmacisti per l’avvio della campagna vaccinale.
Martedì pomeriggio si è svolta una riunione con il capo del dipartimento Vito Montanaro, i dirigenti del settore e i rappresentanti di categoria, per recepire al meglio le modalità operative contenute nell’accordo quadro nazionale. «È stato un incontro molto positivo - commenta il presidente di Federfarma Puglia Francesco Fullone - è emersa una forte volontà, sia da parte nostra che dalla Regione, di collaborare al meglio per far partire le vaccinazioni».
Fra le questioni portate sul tavolo, la gestione della piattaforma informatica sulla quale effettuare le prenotazioni e che dovrà poi rilasciare l’apposita certificazione. Le modalità di distribuzione dei vaccini, che vengono consegnate dalla Protezione civile nei centri di stoccaggio.
Le maggiori incognite riguardano la tipologia di vaccino che sarà somministrato: probabilmente Pfizer, ma è ancora presto per stabilirlo. Le recenti evidenze scientifiche legate alle metodologie di conservazione (l’Ema ha fatto sapere che il vaccino si può utilizzare fino a 30 giorni dopo essere stato scongelato) lo rendono pienamente utilizzabile. Ma non è escluso l’arrivo anche di AstraZeneca o Johnson&Johnson.
Altra questione riguarda il target delle persone che potranno rivolgersi alle farmacie. Fino ad ora le prenotazioni sono riservate ai nati fino al 1981.
Escluse le categorie dei fragili e fragilissimi - in carico ai medici di famiglia - è plausibile ritenere che le somministrazioni saranno effettuate a tutti coloro che potranno accedere al servizio, di età compresa fra i 18 ed i 40 anni, a seconda del calendario che sarà poi dettato dalla Regione. Al farmacista potranno rivolgersi anche i soggetti sani di età più avanzata, che per diverse ragioni non hanno potuto accedere alla vaccinazione.
C’è poi un ulteriore aspetto, che riguarda gli «eventuali oneri aggiuntivi» di natura economica. L’accordo quadro nazionale prevede che per ogni cliente vaccinato sia disposto un compenso di sei euro.