«Dovrebbero essere posticipati dopo Ferragosto in modo da dare la possibilità ai commercianti di lavorare seriamente e serenamente»
Angelo Pignatelli, CasaImpresa Taranto, Abbigliamento Uomo: “I saldi non sono lo strumento per fare la differenza dopo un periodo complicato come quello dal quale stiamo uscendo. Ragion per cui dovrebbero, a mio parere, essere posticipati dopo Ferragosto in modo da dare la possibilità ai commercianti di lavorare seriamente e serenamente. Non dimentichiamo che siamo fermi da molti mesi. Quello che fa la differenza, in termini di clientela e quindi incassi, è la qualità, insieme all’accoglienza e al rapporto diretto che il cliente non può certamente trovare nella grande distribuzione”.
Luigi Punzi, Presidente CasaImpresa Laterza, portavoce settore Moda: “Alcuni commercianti sono stati costretti a chiudere e quelli che hanno avuto la possibilità di tenere aperta la saracinesca, hanno visto movimenti in alcuni casi impercettibili. Molti per esempio non hanno avuto altra scelta che ricorrere alla cassa integrazione per i propri dipendenti. Questo per dire che la categoria viene da un momento a dir poco critico e ora ha quindi bisogno di essere supportata, visto che poco o niente hanno influito i ristori. Non condividiamo assolutamente la scelta di far partire i saldi già il 3 luglio”.
Michele Scarano, Vicepresidente CasaImpresa Mottola, Abbigliamento Uomo e Donna: “I segnali di ripresa che iniziamo a vedere in questi giorni rischiano di essere soffocati dai saldi che arrivano quando la stagione è nel pieno. Auspicabile sarebbe invece dare tempo ai commercianti per riprendersi dallo stop forzato dovuto alla pandemia. Questo non significa certamente recuperare il perduto, ma quantomeno avere un attimo di respiro, che verrebbe meno se si mettesse a saldo la merce ancora da pagare ai fornitori”.
Antonello Losavio, CasaImpresa Ginosa, Profumeria, Borse e Accessori: “Abbiamo aspettato con ansia il ritorno alla normalità dopo l’emergenza sanitaria. Intanto, noi commercianti, abbiamo sostenuto tutte le spese vive: tasse, stipendi, affitti, fornitori, oltre alle risorse destinate a rendere sicuri i negozi per contenere al massimo il rischio del contagio. Fissare una data così vicina per l'inizio dei saldi è tutt’altro che una scelta opportuna. Vendere a saldo significa praticamente svendere, quando tra l’altro la stagione estiva è appena iniziata. In questo periodo al contrario la nostra categoria andrebbe supportata, piuttosto spostando la data dei saldi dopo il 15 agosto. Questo consentirebbe di lavorare anche con i turisti”.
Chiara Rocco, Casaimpresa Castellaneta, Sportwear adulto e bambino: “Mettere un capo in saldo, in piena stagione, significa svendere l’immagine di una attività che punta invece sulla professionalità e sull’esperienza, e insieme rinunciare a fare utili che, mai come in questo momento, sono essenziali. Cerchiamo in ogni modo di essere accattivanti anche nell’esposizione della merce. Abbiamo anche, negli scorsi mesi, rinfrescato l’immagine dei locali, ristrutturandoli e rendendo le offerte più gradevoli, quindi investendo e utilizzando il tempo per migliorarci, ma ora è tempo di lavorare”.