sabato 23 novembre 2024


21/06/2021 12:24:55 - Salento - Attualità

Gabriella, una donna dal temperamento non comune, che un giorno scopre di avere nel proprio corpo un “mostro”, che però è riuscita a vincere

Questa è la storia di una donna forte, chiamata dalla vita ad affrontare sfide difficili e ostiche. Ma è anche, in fondo, la storia di un grande amore e, nel contempo, una storia di rinascita e di speranza, che dimostra come, anche dal male più subdolo e bastardo, si può guarire.

Già, questa storia non ha una sola protagonista. Ne ha tanti. C’è Gabriella, una donna non comune, che un giorno scopre di avere nel proprio corpo quel “mostro”. E’ una lottatrice di natura, caratteristica rara, capace di vedere l’obiettivo, di individuare con chiarezza il nemico e di progettare il modo migliore per raggiungere la propria meta.

Ma c’è anche Miriam, la colonna portante della vita di Gabriella: sembrerebbe, a prima vista, una donna fragile. In realtà sprigiona energia da tutti i pori e rappresenta per Gabriella la luce. E poi ci sono i salentini, gente dal cuore grande, che sono stati e continuano ad essere vicini, anche se da lontano, a Gabriella e Miriam. Entrambe hanno scelto la semplicità del mettersi a nudo senza sotterfugi e sono state ripagate dalla facilità con cui si costruisce l’empatia con il prossimo attraverso i social.

GABRIELLA – Questi ultimi anni della sua vita sono noti a tutti i suoi amici. Gabriella ha raccontato ogni sua traversia attraverso i social. Non voglio, in queste poche righe, ritornare a parlarne: è una cosa del passato, che striderebbe con un presente e un futuro molto diverso. Ma preferisco soffermarmi sulla sua tempra da guerriera, o da SuperGabry, come l’hanno simpaticamente ribattezzata.

Già, perché, normalmente, quando ti capita un cancro, provi sensazioni che non ti sono mai appartenute: paura, rabbia e incredulità… La terra trema sotto i piedi e, normalmente, la prima cosa che si crea nella testa è la scissione tra un prima

pieno di tutto, pieno di tempo al quale magari non sempre hai dato il giusto peso, la giusta importanza, e poi il dopo, sul quale pesano tante incognite.

Gabriella, però, sin dai primi giorni ha reagito in maniera diversa: ha guardato al presente e al futuro, ma soprattutto al futuro. Ha individuato un orizzonte aperto davanti a sè, anche se poteva sembrare un po' ristretto, ma mai “non infinito”. E verso quell’orizzonte la sua vita è stata sempre protesa, senza alcun tentennamento.

Gabriella è una lottatrice di natura, caratteristica rara, capace di vedere l’obiettivo, di individuare con chiarezza il nemico e

di progettare il modo migliore per raggiungere la propria meta. Questa guerriera ha compreso come la mente abbia un potere incredibile nel permetterci di trasformare un potenziale inferno nell’occasione di radicarsi nelle gioie della quotidianità, in modo ancora più intenso.

Lei è stata capace di incanalare la rabbia, e anche la paura, in un sentimento positivo. Perchè la malattia è come una medaglia, ha due facce. Lei ha cercato quella buona e l’ha valorizzata.

Il legame con gli altri è diventata la sua forza. Il legame con Miriam, quello con la sua famiglia, ma anche quello con i suoi tantissimi amici, che le sono stati vicini, attraverso i social, ogni momento delle sue giornate. Anche quelli più difficili.

«Per vincere la mia malattia, ho deciso di sottopormi ad una cura sperimentale (la Car-T), a Bologna, pur essendo consapevole dei rischi che avrei corso».

Tutto sembrava filare per il verso giusto, ma, all’improvviso, ecco i deleteri effetti della neurotossicità. Gli occhi di Gabriella si chiudono per qualche giorno: i medici optano per il coma farmacologico. Momenti difficili, non solo per Gabriella, ma per tutti coloro che, da lontano, l’hanno accompagnata in questo suo difficile percorso. Attraverso i social, Gabriella ha scandito il ritmo della vita che si riplasma sugli orari delle terapie e dell’ospedale, la capacità di adeguarsi ad una nuova quotidianità.

Ma ad ogni notte, segue sempre l’alba. E anche in questo caso i dettagli non sono mai casuali.

«Mi sono svegliata, intubata, il giorno del nostro secondo anniversario di nozze: il 16 maggio» rimarca Gabriella.

L’amore esplode in tutta la sua forza e in tutti i suoi contorni, ma questa volta non c’è un deragliamento. C’è “la vita in più”.

E’ il momento più bello della storia: con tutta la propria energia, Gabriella chiede una carta e una penna e scrive un biglietto (che vediamo sotto) per Miriam: “Ti amo”.

«Sono consapevole di aver rischiato la vita» continua Gabriella. «I medici sono rimasti esterrefatti dalla reazione del mio organismo».

Da allora è iniziata una seconda fase della vita di Gabriella: la ripresa. Sarà laboriosa e, ancora una volta, servirà tutta la forza di questa guerriera per vincere le ultime difficoltà generate dagli effetti collaterali di quella cura. Ma Gabriella, oggi, ha dalla sua un referto straordinario: la remissione dalla sua malattia.

Spontanea sorge ora una domanda: dove ha trovato la forza per combattere?

«La forza della vita l’ho trovata negli occhi di chi mi era vicino, a partire da Miriam, dai nostri familiari e da tutti gli amici che ci sono stati e che si sono ancora vicini e che vorrei ringraziare» le parole di Gabriella. «I loro sorrisi e i loro incitamenti hanno tenuta accesa dentro di me la fiamma della vita..

La malattia mi ha insegnato che la vita non ti aspetta, che all’improvviso tutto può succedere nel bene e nel male, quindi il tempo non va realmente sprecato, anzi va impiegato nel migliore dei modi».

MIRIAM – Quando ricevi una diagnosi di cancro è più di un pugno nello stomaco. È come essere schiacciati da un macigno: la paura di non farcela, di affrontare cure pesanti e debilitanti. Il pensiero corre inevitabilmente ai legami affettivi che con dolore potrebbero spezzarsi troppo presto.

A Gabriella il pensiero è corso, sicuramente, a Miriam, la sua anima gemella, la persona che ha dato un senso compiuto alla sua vita. Da quel letto di ospedale a Bologna, Gabriella ha chiaramente manifestato quanto siano importanti le persone che ti stanno accanto, non solo durante la malattia.

Il legame con gli altri diventa la forza, ti insegna che la rabbia che ti cova dentro non aiuta a guarire. Se non la incanali per combattere, per te e per gli altri. Il tumore porta con sé un dolore atroce, e una sofferenza psicologica impressionante

a malattia è come se ti sprofondasse in un buco nero e la famiglia è la carrucola che ti cala un gancio per tirarti su.

Miriam, per Gabriella, è stata fondamentale per raggiungere quell’agognato traguardo: la remissione della malattia. La sua forza ha contagiato anche Gabriella e, insieme, hanno raggiunto quell’obiettivo: mano nella mano, abbracciati, in un amore unico, emozionante.

Amore, purtroppo, non compreso da tutti. Già, brevemente, vogliamo anche soffermarci nell’unico punto nero di tutta questa storia: l’omofobia dimostrata da un medico (l’unico, a dir la verità, fra tutti quei magnifici professionisti che Gabriella ha conosciuto in questa sua esperienza bolognese) mentre visitava Gabriella.

«Medico omofobo: Perché la sfiga non tarda mai ad arrivare…» scrisse Miriam in un post. «Gabri è finita in pronto soccorso perché ha avuto un attacco allergico ad un farmaco e uno stato comatoso da un altro farmaco. Due farmaci nuovi che ieri mattina il medico del dolore ci aveva richiesto di iniziare per il dolore alle vertebre.

Eh niente, siamo state tutta la notte fino alla mattina alle 8 in pronto soccorso, ma l’effetto immediato dell’antistaminico e del cortisone che lei fa ogni giorno per terapia l’hanno salvata e fatta tornare in sé. Il problema più grosso e brutto è stato il trattamento che abbiamo ricevuto dal medico di guardia. Omofobia e aggressivo».

Una bruttissima parentesi, da dimenticare al più presto, che però non intacca la professionalità e la competenza dimostrate da tutto il personale sanitario che ha avuto in cura Gabriella.

Anche in quel caso, la splendida Miriam è rimasta accanto alla sua donna, che non poteva reagire ma che ha ascoltato tutto, a vigilare.

AMICI – Come non sottolineare la grandissima vicinanza dimostrata dagli amici del Salento? Grazie a quanto ricavato attraverso la sottoscrizione e grazie anche alle tante altre iniziative, Gabriella ha potuto curarsi a Bologna e ha potuto avere accanto a sé Miriam. L’infinito cuore salentino fa anche questi miracoli.

Sottoscrizione che non si è ancora conclusa: c’è ancora la possibilità di aiutare Gabriella in questa durissima sfida (Questo il numero della carta: 5333 1710 4565 3462; questo il codice fiscale: TRSGRL87P68D851T; questo l'Iban di Gabriella Torsello: It46K3608105138256357).

Non posso non concludere questo articolo con il messaggio che Gabriella ha lanciato a tutti noi: la vita è oggi e noi ci siamo, solo a questo dobbiamo pensare e non dobbiamo consentire alla paura di prenderci per mano.

Anche nei momenti più bui c’è sempre un filo di luce in fondo in fondo lontano davanti a te. Non devi perderla di vista.

Non pensare mai a quanto è lunga la strada, pensa semplicemente che se metti un passo davanti all’altro anche se sei stanchissima ti fai una gran passeggiata e nemmeno te ne accorgi. Questo devi pensare: un passo avanti all’altro. Semplice!

Ma tutto ciò che abbiamo scritto lo si può cogliere attraverso il video che segue, realizzato dalle due splendide comunicatrici che sono Gabriella e Miriam.

 

 











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