E’ durato 10 ore ed è stato necessario per curare un aneurisma dell’arco aortico e della radice aortica su un uomo di 78 anni che due anni fa era già stato operato per dissecazione dell’aorta
Il paziente era giunto al Fazzi per gli esiti di un intervento salvavita eseguito nel 2019 in seguito ad una dissecazione acuta dell’aorta ascendente e dell’arco aortico. Già in quell’occasione l’équipe di Cardiochirurgia era intervenuta in emergenza per operare, salvando la vita al paziente, a causa di una rottura spontanea e improvvisa dell’aorta toracica.
Dopo circa due anni il paziente - di 78 anni - ha sviluppato una dilatazione della radice aortica con associata insufficienza valvolare in un quadro molto complesso caratterizzato, inoltre, dalla presenza di una dissecazione residua e grave dilatazione dell’arco aortico e dell’aorta toracica discendente.
Per eseguire il delicatissimo intervento, lo scorso maggio, l’équipe di Cardiochirurgia diretta dal dr. Salvatore Zaccaria, coadiuvato dal dr. Antonio Scotto, dal dr. Stefano D’Alessandro, dalla dr.ssa Federica Mangia e dal gruppo dei cardiochirurghi, ha utilizzato una protesi “ibrida” di nuova generazione per il trattamento delle patologie aneurismatiche dell’aorta, accoppiata ad una protesi composita per la sostituzione della radice aortica e della valvola aortica.
L’intervento, della durata di circa 10 ore, ha visto l’équipe di Cardiochirurgia impegnata su due fronti (dopo la liberazione delle tenaci aderenze derivanti dall’intervento del 2019): dapprima la ricostruzione della radice aortica, il posizionamento di una nuova protesi valvolare con il reimpianto di entrambi le arterie coronarie e, successivamente, la sostituzione dell’aorta ascendente, dell’arco aortico ed il trattamento della dissecazione residua con l’impiego di un’innovativa tecnologia che prevede l’impianto di una protesi “quadriforcata” contenente anche uno stent che si espande lungo il tratto più distale dell’aorta stessa e che permette un più semplice impianto delle arterie che conducono il sangue al cervello.
Questo intervento ha permesso, in una sola seduta operatoria, utilizzando protesi composite “ibride” di nuova concezione, di sostituire: la valvola aortica, la radice aortica, l’aorta ascendente, l’arco aortico e l’impianto di endoprotesi in aorta toracica discendente, con reimpianto delle arterie coronarie e dei tronchi arteriosi che portano il sangue alla testa e alle braccia; il tutto in un paziente già operato per dissecazione dell’aorta.
L’intervento è stato possibile grazie alla collaborazione del gruppo dei Cardioanestesisti coordinati dal dr. Luigi De Razza, dei tecnici perfusionisti (impegnati nella perfusione dei vari organi durante l’intervento) e degli infermieri di sala operatoria e terapia intensiva coordinati dalla dr.ssa Agnese De Melechì.
Un lavoro di équipe fondamentale per cui il paziente, grazie anche alle cure degli infermieri, dei fisioterapisti e dei medici cardiochirurghi e cardiologi, che gestiscono il reparto di degenza di Cardiochirurgia, è stato dimesso in ottime condizioni generali.
Questo intervento - il primo del genere con questo approccio e con questa protesi nel centro-sud e il secondo in Italia su un paziente già operato per dissecazione aortica - si aggiunge ai numerosi interventi che vengono eseguiti, soprattutto in urgenza ed emergenza, presso il PO Vito Fazzi, utilizzando le tecniche più moderne e sofisticate tra cui le riparazioni (plastiche) e le sostituzioni delle valvole cardiache e dell’aorta con tecniche mini-invasive, in particolare della valvola mitrale (che viene riparata o sostituita con incisioni di 4-5 cm.), sempre in collaborazione con l’U.O. di Emodinamica e di Cardiologia del Fazzi e degli altri centri cardiologici pugliesi.