«Inutile dire che la vaccinazione è stato l'unico elemento di cambiamento fra questa e le fasi precedenti. Un aumento di circolazione virale NON accompagnata ad una ondata pandemica vuol dire una cosa sola: il virus diventa endemico. Si arriva cioè a quella famosa convivenza semi-pacifica con il virus che tutti agogniamo»
«Per capire cosa può succedere nel prossimo futuro in Italia in seguito all'ingresso della variante delta, proviamo ad osservare cosa sia successo in UK, il Paese a noi più vicino che ha avuto maggiore esperienza con quella variante.
Il Regno Unito è certamente il Paese che meglio di altri ha documentato la pandemia, avendo maggiori capacità di testing e più esperienza epidemiologica rispetto alla media europea.
Dai dati raccolti fin dall'inizio è evidente come la pandemia si sia sviluppata in due grandi ondate: nella prima i tamponi positivi erano relativamente pochi semplicemente perché si facevano pochi tamponi. La seconda ondata è stata bifasica, forse a causa dell'intervento della variante alpha (la famosa variante inglese).
Ma la situazione più interessante è quella attuale dove, per la prima volta, ad un aumento di tamponi positivi non corrisponde un aumento di ospedalizzazioni e decessi. In questo caso, l'ingresso della variante delta non sarebbe neanche stata notata se non fosse per il milioncino di tamponi giornalieri che si eseguono da quelle parti.
Inutile dire che la vaccinazione è stato l'unico elemento di cambiamento fra questa e le fasi precedenti. Un aumento di circolazione virale NON accompagnata ad una ondata pandemica vuol dire una cosa sola: il virus diventa endemico. Si arriva cioè a quella famosa convivenza semi-pacifica con il virus che tutti agogniamo.
La situazione vaccinale italiana oggi è simile a quella del Regno Unito di metà maggio, con circa il 35% della popolazione target vaccinata con due dosi. Se oggi, dunque, la situazione virologica in Italia fosse simile a quella del 15 maggio in UK e la circolazione virale non fosse influenzata da fattori climatici ed ambientali, il peggior scenario è che fra un mese circa potremmo osservare un'impennata di casi a cui, comunque, NON seguirebbe un'ondata di ricoveri e decessi.
Personalmente credo, invece, che la componente climatica abbia un peso importante. Bisogna, dunque, spingere sempre di più a coprire con due dosi di vaccino la popolazione a rischio. Solo così, infatti, a fronte di un aumento di circolazione virale non assisteremo più ad ondate pandemiche. E se la variante delta prenderà il sopravvento sulle altre varianti, questo rientrerà nella dinamica ecologica naturale di un virus che diventa endemico. In questo caso il virus provocherà ondate epidemiche stagionali che si tradurranno per la stragrande maggioranza di casi in forme simil-influenzali. A patto che la popolazione a rischio di malattia grave sia correttamente vaccinata».
Pier Luigi Lopalco
Assessore regionale alla Sanità