Si tratta di una terapia erogata da un dispositivo impiantabile che migliora la contrattilità del cuore, stimolando il muscolo cardiaco con degli impulsi elettrici
Presso il reparto di Cardiologia dell'ospedale «Ferrari» è stato impiantato, per la prima volta, un device per contrastare lo scompenso cardiaco.
«Si tratta del dispositivo per la terapia di Modulazione della Contrattilità Cardiaca, la CCM (Cardiac Contractility Modulation), una terapia erogata da un dispositivo impiantabile che migliora la contrattilità del cuore, stimolando il muscolo cardiaco con degli impulsi elettrici - si spiega -, non eccitatori, nel periodo refrattario ventricolare».
Ed il Responsabile del Reparto di Cardiologia dott. Donato Melissano spiega: «Sono impulsi diversi rispetto a quelli del pacemaker. I pacemakers servono per stimolare quando l'impulso elettrico spontaneo del cuore a contrarsi è bloccato e quindi il muscolo si ferma o rallenta criticamente.
Il dispositivo per la Modulazione della contrattilità cardiaca, invece, determina una rimodulazione del metabolismo del calcio. Nel cuore scompensato, infatti, si riduce l'attività dei geni e delle proteine che promuovono il rilascio di calcio nella cellula e conseguentemente della sua contrattilità.
L'insufficienza cardiaca costituisce un problema di salute pubblica di enorme rilievo - ha sottolineato il dott. Melissano - a soffrire di questa patologia in Italia sono circa 600mila persone e questo dispositivo consente di migliorare la loro qualità di vita».
Dall’ospedale spiegano ancora che «l'intervento ha riguardato una paziente di 70 anni affetta da una forma avanzata di scompenso cardiaco, refrattaria alla terapia medica ottimizzata più la terapia di re sincronizzazione cardiaca. L'intervento di impianto del dispositivo viene eseguito in anestesia locale e ha in media una durata di circa 40 minuti».