sabato 23 novembre 2024


29/08/2021 08:58:12 - Salento - Attualità

Lo studio dell’azienda di Lequile Tecniverde, a cura dell’agronomo Vincenzo Melle

L'agricoltura del Salento rischia nuovamente di pagare dazio a causa di un insetto. Sono i fichi, potenziale risorsa della frutticoltura della Puglia, a rischiare grosso a causa di una larva misteriosa, intorno alla cui origine gli esperti si stanno confrontando.

Tutto nasce dallo studio di un'azienda di Lequile, Tecniverde. Il dottor Vincenzo Mello, agronomo e docente di fitopatologia all'istituto Presta Columella di Lecce nonché titolare dell'azienda, spiega di essere stato invitato d'urgenza da un produttore, a Guagnano, nel nord della provincia di Lecce, per una consulenza fitopatologica su alcuni alberi di sua proprietà. I sopralluoghi sono stati effettuati il 24 e il 26 luglio, in contrada Volpe-Pigno.

Nei casi indagati la moria dei fichi, e dell'intero albero, era evidente. Ma non solo Guagnano perché, rimanendo in quel lembo di territorio provinciale, Mello ha osservato che anche nella zona di Trepuzzi e Salice Salentino si può assistere allo stesso, deprimente spettacolo, agli angoli delle strade e negli appezzamenti di terra dove i fichi non mancano mai. Le ipotesi: Mello è in attesa di mettere in atto un piano per la cattura del coleottero che viene fuori dal bozzolo.

Solo in quel modo, con la consulenza di un autorevole entomologo, professore dell'università di Foggia, sarà possibile individuare esattamente cause del disastro e potenziale cura. Intanto l'agronomo annota che gli alberi hanno disseccamenti evidenti: "I fichi interessati hanno un'età di circa 50 anni. I tronchi presentano evidenti fori circolari di sfarfallamento di insetti xilofagi, del diametro di circa 5-7 millimetri.  Sotto la corteccia secca si osservano tracce di vecchie gallerie ripiene di segatura. Sulle porzioni di corteccia ancora vitale sono presenti piccoli fori di areazione, con emissione di rosura fresca. Scortecciando le parti interessate sono state rinvenute larve di Cerambicidi".

Diversi sono i Cerambicidi che possono attaccare il fico e, siccome è difficile per gli agronomi identificare la specie solo dallo studio delle larve, si stanno posizionando retine intorno ai tronchi in maniera da poter intrappolare e studiare qualche adulto sfarfallato. Potrebbe essere il Cerambice dalle macchie gialle, un coleottero con lunghe antenne bianche e nere e con macchie gialle sulle elitre nerastre originario dell'Estremo oriente che è stato rinvenuto in Lombardia (Bergamo e Como) negli anni 2006/2008 su fichi in via di disseccamento.

"Oltre al fico domestico attacca altri Ficus ornamentali e i gelsi. Se fosse questo il responsabile - dice Mello - sarebbe veramente un altro grave problema per il nostro territorio". In altre proprietà, dove insistono altri esemplari sparsi di fichi, molti alberi presentano la stessa sintomatologia ed alcuni sono, addirittura, del tutto secchi. E scavando il colletto di quasi tutte le piante non sono state notate marcescenze con micelio fungino che possano far pensare al marciume radicale. "Percorrendo le stradine di campagna, sempre in agro di Guagnano - continua Mello - abbiamo notato sui cigli stradali diversi altri fichi sofferenti o secchi. Si può allora dire che sia già allarme per la moria dei fichi in quest'area. Tutto ciò è molto preoccupante ed è stato segnalato al Servizio fitopatologico provinciale, per approfondire lo studio da parte degli organi competenti".

Anche perché successivamente in altri grandi Comuni del Leccese, come Trepuzzi e Salice, sono state osservate le identiche situazioni. Un nuovo problema per la Puglia alla luce di una situazione recente: molti imprenditori stanno sostituendo, ormai da anni, gli uliveti distrutti dalla Xylella con i "ficheti", per tornare all'antichissima tradizione della commercializzazione dei fichi conservati. A Carpignano Salentino, infatti, è stato impiantato nel 2008 il ficheto biologico più grande d'Europa, ampio ben 12 ettari.











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