Lettera dell’associazione nazionale Trapiantati e Dializzati ai ministri Orlando e Speranza: “Così si costringono migliaia di persone più esposte a rischio a scegliere tra salute e lavoro”
“La lavoratrice o il lavoratore costretto ad assentarsi in sorveglianza sanitaria attiva presso la propria abitazione ha diritto alla retribuzione e senza correre il rischio di essere licenziato per il superamento del numero massimo di assenze per motivi di salute previsto dai contratti collettivi. Dunque, la relativa indennità deve essere adeguatamente finanziata fino al termine della pandemia in atto. Altrimenti migliaia di lavoratori fragili verranno di fatto esposti al rischio di contrarre il Covid 19, con conseguente estremamente gravi, visto che i tassi di mortalità per le persone dializzate o trapiantate registrati nella prima e seconda ondata del contagio sono risultati quattro volte più alti rispetto alla media nazionale”.
Così Giuseppe Vanacore, presidente di Aned Onlus, Associazione nazionale Emodialisi, Dialisi e Trapianto, commenta l’annuncio dell’INPS relativo alla mancata copertura finanziaria da parte dell’esecutivo dei periodi di quarantena fiduciaria per lavoratori esposti al Covid19. Una situazione estremamente grave e confusa che va ad aggiungersi alla decisione di non prorogare - sempre per i malati cronici fragili più gravi, trapiantati e dializzati – la possibilità di assentarsi dal lavoro in regime di ricovero domiciliare.
“La cosa più grave – spiega Vanacore – è che un lavoratore fragile costretto a stare a casa, dopo essere entrato in contatto con un positivo, anche in base ad una decisione del medico aziendale, si vedrebbe negata la retribuzione a carico dell’INPS perché i fondi sono esauriti. Un pasticcio che dev’essere assolutamente rimediato con la conversione in legge del decreto, ripristinando la norma e la relativa copertura finanziaria”.
Per scongiurare questo rischio, Aned Onlus ha scritto ai ministri del Lavoro e della Salute, Andrea Orlando e Roberto Speranza, sottolineando come in Italia ci siano circa 80mila trapiantati e dializzati ancora in età da lavoro e chiedendo che l’indennità di malattia per i lavoratori in quarantena fiduciaria e il ricovero domiciliare per i lavoratori fragili siano garantiti fino al termine dell’emergenza sanitaria dettata dalla pandemia. L’occasione per rimediare a questi torti è rappresentata dalla discussione in questi giorni in Parlamento di conversione in legge del decreto di agosto.