I consiglieri di tutti i partiti fanno quadrato: prenderanno 7mila euro a testa per ogni anno passato in Consiglio regionale
Modificare la legge per mantenere l'indennità. Ritoccare qualcosa per non cambiare sostanzialmente nulla. Sul trattamento di fine mandato i consiglieri regionali di tutti i partiti fanno quadrato e, sostanzialmente, difendono la validità del "privilegio" (7mila euro a consigliere per ogni anno passato in Consiglio regionale).
È quanto viene fuori al termine di un vertice fra la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone e i capigruppo di tutti i partiti in consiglio e da cui emerge la volontà di presentare un emendamento che si limiterà a modificare il Tfm, eliminando solo la sua retroattività e aumentando il contributo a carico di ogni consigliere.
Quegli stessi capigruppo che hanno incontrato Capone, il 27 luglio scorso nell'ultima seduta di consiglio firmarono un emendamento durante la votazione su alcuni debiti fuori bilancio e che fu approvato all'unanimità, senza discussione pubblica in aula. Modalità furtive per ripristinare un'indennità che in Puglia era stata abolita dal 2012, rendendola ora anche retroattiva. Una legge approvata senza alcuna copertura finanziaria e che potrebbe pesare - se rimanesse in piedi l'impianto attuale - fino a 5 milioni di euro per coprire i trattamenti di fine mandato dal 2012 al 2025.
Dopo un incontro durato oltre due ore viene fuori uno stringato comunicato congiunto: «L'obiettivo è far approdare la discussione in aula il prossimo martedì 21 settembre - scrive Capone insieme ai capigruppo di Pd, 5 Stelle, Con, Popolari, Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Puglia Domani - dopo che, come previsto dall'iter legislativo, le proposte di legge inerenti la questione passeranno al vaglio della Settima commissione. L'indirizzo è adeguare la norma vigente al modello individuato nell'intesa della conferenza Stato-Regioni del 6 dicembre 2012 da tempo applicato dalle altre Regioni».
In pratica l'idea è quella di presentare in Settima commissione un nuovo emendamento che elimini la retroattività prevista dall'attuale legge e che faccia salire verso l'alto il contributo a carico di ogni consigliere per istituire l'indennità. Contributo che attualmente è fermo a un misero uno per cento.