Un comunicato di Domenico Sammarco, capogruppo dei Progressisti
«La completa e totale assenza di volontà di collaborare del sindaco e del presidente del Consiglio comunale sono fatto ormai noto alla cittadinanza, non per niente la stessa maggioranza ne sconfessa il metodo di agire e la crisi sembra davvero alle porte.
Tuttavia, nella conferenza dei capigruppo del 10 settembre u.s. abbiamo assistito a qualcosa di diverso e addirittura peggiore: è stata negata la possibilità, sia ai consiglieri di minoranza sia di maggioranza, di inserire nell’ordine del giorno del Consiglio comunale del 18 settembre diverse interrogazioni consiliari volte a stimolare la discussione in assise su argomenti assolutamente rilevanti per la comunità.
In tale occasione, infatti, il presidente del Consiglio eccepiva l’impossibilità di inserire i suddetti atti, strumento primario per la partecipazione democratica dei consiglieri comunali, in quanto già presente un punto in discussione inerente al Bilancio – una presa d’atto sulla non necessarietà di adottare il bilancio consolidato - e rinviando comunque la decisione definitiva. Poco dopo, però, è pervenuta comunicazione definitiva che escludeva l’inserimento di argomenti diversi. Un modo di fare fumoso e sicuramente poco collaborativo, in quanto il Regolamento del Consiglio Comunale all’art. 37 comma 3 recita testualmente che “nelle adunanze nelle quali vengono discussi il bilancio di previsione ed il conto consuntivo, non è iscritta all’ordine del giorno la trattazione delle interrogazioni e delle mozioni”.
E’ quindi normativamente chiaro che la regola sia assolutamente restrittiva, con lo scopo di limitarsi ai soli due atti “il bilancio di previsione” e “il conto consuntivo”, di sicura preponderanza, ma senza espandersi ad atti collegati, sicuramente non rimandando a mere prese d’atto, come quella in discussione per il consiglio di domani 18 settembre. Una norma che richiede un’interpretazione restrittiva, proprio perché ove letta diversamente o troppo ampiamente rischia di diventare un concreto bavaglio all’operare dei consiglieri che, ricordiamo a tutti, rappresentano direttamente in assise la cittadinanza che li ha eletti.
È assolutamente inaccettabile, a fronte di questo modo di fare, continuare ad operare nel rispetto del mandato conferito dall’elettorato, perché significativamente lesivo dei poteri di sindacato ispettivo, conferiti dalle norme nazionali e inderogabili, a tutti i consiglieri comunali. Un’impossibilità reale a collaborare, che si ferma solo ai proclami fatti durante le sedute consiliari, in cui anche il sindaco, forse incapace di rispondere alle critiche mosse, si ritrova a bacchettare la minoranza di scarsa collaborazione, accusandola di esporsi solo per mettere in dubbio il suo operato e quello della sua giunta. Un operato autarchico e una collaborazione poco realistica, un modo di fare che, evidentemente, non deve essere così tanto gradita nemmeno alla sua stessa maggioranza, considerando la crisi politica che, ad un solo anno dalle elezioni, si è aperta in questi giorni.
Ma se il sindaco Pecoraro e il presidente del Consiglio Dinoi pensano davvero di poter mettere il bavaglio ai consiglieri, espressione della cittadinanza, allora faranno i conti con chi, come noi crede fermamente nelle regole democratiche e della partecipazione. Manduria e i manduriani meritano rispetto!».
Gruppo consiliare Progressisti Manduria
Il capogruppo