Fatta eccezione per brevi e violentissimi temporali abbattutisi a macchia di leopardo sul territorio, su tutta l’area salentina non si vede una goccia di pioggia da almeno tre mesi
I campi coltivati del Salento sono drammaticamente a secco. Fatta eccezione per brevi e violentissimi temporali abbattutisi a macchia di leopardo sul territorio, su tutta l’area salentina non si vede una goccia di pioggia da almeno tre mesi. Di qui, la richiesta CIA Agricoltori della Puglia alla Regione: “Occorre salvare i reimpianti olivicoli con irrigazioni di soccorso, dunque è necessario ratificare una sanatoria per l’emungimento di acqua dai pozzi in disuso dell’area salentina”, ha spiegato Emanuela Longo, direttrice di CIA Salento.
“Le giovani piante delle varietà tolleranti alla Xylella che gli olivicoltori hanno reimpiantato nei loro uliveti stanno soffrendo le conseguenze di una siccità prolungata e terribile. Gli agricoltori ci segnalano una situazione molto difficile che va affrontata senza far passare altro tempo. Chiedono una sanatoria per l’emungimento di acqua dai pozzi in disuso, così da poter provvedere nella piena legalità e senza temere sanzioni a quelle irrigazioni di soccorso necessarie a salvare i reimpianti nei quali tutto il settore olivicolo ripone le proprie speranze di ripartenza. A causa della Xylella si sono già perse decine di aziende, la siccità rischia di peggiorare ulteriormente una situazione già difficilissima”.
I tre mesi più caldi e siccitosi degli ultimi 50 anni stanno riducendo alla sete l’agricoltura pugliese e quella salentina in modo particolare. Le aziende agricole e zootecniche, per non vedere bruciate le proprie colture e per tutelare la buona salute degli animali, si stanno accollando spese suppletive per l’approvvigionamento idrico. Di fronte a una situazione di drastica emergenza, CIA Puglia ritiene necessarie e urgenti misure altrettanto straordinarie. “Come abbiamo già proposto al presidente Michele Emiliano e all’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia, riteniamo debbano essere eliminate attraverso una sanatoria le sanzioni previste per l’emungimento di acque sotterranee dai pozzi in disuso”.