Oltre un terzo di vaccinazioni ha riguardato cittadini provenienti dal continente africano (1.910, pari al 36,7%). Tra questi, vi è stata una prevalenza di nigeriani (512), gambiani (279), senegalesi (215), maliani (190) e marocchini (167)
La Regione Puglia è costantemente impegnata sul fronte della tutela della salute degli stranieri presenti sul territorio, a qualsiasi titolo.
Già da tre anni, tra le altre cose, è attivo il progetto “FARI – Formare Assistere Rispondere Includere”, finanziato a valere sul PON Legalità 2014-2020, realizzato da ASL Taranto (capofila) insieme ad ASL Brindisi, ASL Lecce e Associazione Camera a Sud allo scopo di migliorare l'accesso degli stranieri ai servizi sanitari e socio-sanitari attraverso l'attivazione del servizio di mediazione linguistica e interculturale (sono stati impiegati per un anno e mezzo 15 mediatori che hanno realizzato circa 6.000 interventi in favore di circa 2.000 utenti stranieri, garantendo la propria presenza anche in occasione di diversi sbarchi presso l’hotspot di Taranto), interventi formativi per il personale ASL (sono stati formati 450 operatori) e la realizzazione dell’App informatica per dispositivi mobili “FARI Sanità per Stranieri”, già disponibile in 10 lingue.
Con azioni di questo genere, la Regione Puglia intende realizzare pienamente il principio dell’art. 32 della Costituzione, per cui la Repubblica tutela la salute in quanto, contemporaneamente, diritto dell'individuo e interesse della collettività.
Non c'è spazio, nel dettato costituzionale, a considerazioni sulla cittadinanza: la salute tutelata non è solo quella dei cittadini. Più in generale, non si fa alcun riferimento alla posizione giuridica, né alle condizioni sociali ed economiche (se non nel senso di rimozione degli ostacoli per chi si trova in condizioni economiche di svantaggio): la salute è un bene che prevale su qualsiasi altra considerazione e qualsiasi altro interesse individuale e collettivo, e va garantita a prescindere da qualsiasi cosa. Il valore universale e costituzionale della salute deve sempre ritenersi prevalente rispetto a qualsiasi altro interesse pubblico o privato.
La duplice valenza della tutela della salute, al contempo diritto individuale e interesse collettivo, è apparsa in tutta evidenza nella contingenza pandemica che stiamo vivendo. I comportamenti che sono stati raccomandati per fronteggiare l’estendersi dell’epidemia sono utili, al contempo, a proteggere se stessi e gli altri. È nell’interesse di chi ci circonda che ciascuno di noi rispetti quanto prescritto e, d'altra parte, è nell’interesse di ciascuno di noi che le persone con cui interagiamo rispettino le regole di comportamento indicate. Le caratteristiche fisiche e biologiche di agenti patogeni quali i virus sono una delle tante ragioni per cui, nel campo della sanità, il confine tra interesse privato e interesse pubblico è labile.
Ciò vale anche per i vaccini: dalla vaccinazione di ciascuna persona trae beneficio il singolo e la collettività; è nell’interesse della comunità nel suo complesso che quante più persone presenti nel territorio, a qualsiasi titolo, siano immunizzate e non siano potenziali vettori del virus.
Non è dunque per mera filantropia che ASL Taranto, sulla scorta degli indirizzi regionali, si è attivata, fin da quando a livello nazionale è stato riconosciuto l’accesso alla vaccinazione anche dei cittadini stranieri in attesa di regolarizzazione, per rimuovere gli ostacoli procedurali che sussistevano nell’ammettere alla vaccinazione anche le persone ricadenti in questa categoria.
Così, nel quadro delle azioni messe in campo dal progetto FARI, proprio al fine di valutare le fattibilità di questa campagna vaccinale e individuarne le più idonee modalità procedurali, nel corso dei mesi estivi sono stati avviati dei colloqui tra ASL Taranto e le associazioni sindacali e di volontariato del territorio che hanno portato, a partire dal 26 agosto, all’ammissione alla vaccinazione anche degli stranieri non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale, perfino di quelli non in possesso di codice STP (Stranieri Temporaneamente Presenti), che sostituisce la tessera sanitaria. È stato previsto che gli stranieri non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale possano essere vaccinati a sportello, senza necessità di prenotazione, purché in possesso di documento di riconoscimento (per esempio il passaporto), negli orari di apertura di ciascuno degli hub vaccinali attivi in provincia di Taranto (Taranto Arsenale, Taranto SVAM, Ginosa, Massafra, Martina Franca, Grottaglie, Manduria).
In meno di un mese (dall’avvio della campagna vaccinale per stranieri al 23 settembre), ASL Taranto ha provveduto alla somministrazione di 5.206 dosi di vaccino anti-covid a persone di nazionalità non italiana. La maggior parte di essi sono stati vaccinati già nella prima fase della campagna: sono stati 3.915 gli stranieri vaccinati fino al 9 settembre, mentre 1.291 sono stati vaccinati tra il 10 e il 23 settembre. Oltre un terzo di vaccinazioni ha riguardato cittadini provenienti dal continente africano (1.910, pari al 36,7%). Tra questi, vi è stata una prevalenza di nigeriani (512), gambiani (279), senegalesi (215), maliani (190) e marocchini (167). Le somministrazioni dei confronti di utenti asiatici (esclusi quelli provenienti da paesi ex-sovietici) sono state 1.065 (20,5% del totale degli stranieri), con una prevalenza di bengalesi (298) e pakistani (226). Sono state 106, inoltre, le dosi di vaccino somministrate a utenti provenienti dall'Afghanistan.
I vaccini somministrati a utenti provenienti dalle repubbliche ex-sovietiche sono stati 1.019 (19,6%), con una prevalenza molto netta degli utenti provenienti dalla Georgia (823), che risulta essere di gran lunga la nazionalità più rappresentata nell’utenza straniera che ha aderito alla campagna vaccinale. Si tratta, nella maggioranza dei casi, di donne provenienti dal paese caucasico impegnate nel lavoro domestico a Taranto e nei comuni della provincia. Meno rilevante la presenza di altre nazionalità (solo nel caso degli ucraini, con 107 somministrazioni, si è raggiunto un numero ragguardevole). Sono stati 983 (18,9%) i vaccini somministrati a utenti provenienti da paesi europei (esclusi i paesi ex-sovietici). Le nazioni del Vecchio Continente più rappresentate sono state la Romania (532 somministrazioni) e l'Albania (241).