L’intervento del copresidente del gruppo europeo Ecr-Fratelli d’Italia
“Un anno fa avevamo sperato in un’inversione di rotta con l’arrivo del nuovo assessore all’Agricoltura, ma è evidente che i danni prodotti nella legislatura precedente, con la delega assessorile in mano al presidente della Regione, sono talmente tanti e importanti da essere quasi irreversibili per la ripresa e la capacità di spendere i fondi europei messi a disposizione con il PSR.
I dati, non del sottoscritto (sia chiaro!), ma dell’AGEA (si allega Report, ndr) al 30 settembre scorso non lasciano spazi ad altre interpretazioni: la Puglia registra un avanzamento della spesa totale dei Fondi FEASR 2014/2022 pari al 37,79%, notevolmente inferiore sia alla media nazionale al 58,62% che a quella delle Regioni del Sud al 57,45. Una percentuale (37,79) che fa indossare alla Puglia, per l’ennesima volta, la MAGLIA NERA nell’utilizzo dei fondi europei in agricoltura: la Regione è ultima con un preoccupante 0,00% di avanzamento della spesa dell’anno d’impegno 2018 (regola dell’N+3), rispetto alla media nazionale del 76,32% e delle regioni del Sud pari al 57,52%.
A tutto questo si aggiunge la beffa di una buona notizia che diventa, in questa situazione un ulteriore fonte di preoccupazione: infatti, per alcune Regioni, fra le quali la Puglia, la dotazione complessiva del Programma è stata già aggiornata con i Fondi FEASR 2021/2022 e i Fondi EURI (che non prevedono cofinanziamento nazionale). In soldoni, per essere chiari, dall’Europa arrivano risorse aggiuntive dei Fondi FEASR ed EURI che fanno lievitare la dotazione complessiva del PSR della Puglia a ben oltre 2 miliardi di euro.
E siccome siamo alla vigilia del terzo anno nefasto per l’utilizzo dei fondi europei, perché al 31 dicembre la Regione non ha speso ci? che le è stato messo a disposizione, tenuto conto che le altre Regioni Meridionali hanno veri e propri exploit (come la Calabria al 71,12% o la Campania al 61,73), è evidente che c’è qualcosa che si inceppa a livello di struttura di assessorato. Insomma, il Covid e la questione meridionale una volta tanto non c’entrano e se in Puglia (e solo in Puglia) si sono avuti tanti ricorsi al TAR è evidente che anche questo è un problema relativo ai bandi con i quali sono state messe a disposizione le risorse.
Per la cronaca, va detto, al 31 dicembre di quest’anno, vale a dire fra soli due mesi e mezzo, la Puglia rischia di dover restituire all’Europa oltre 157 milioni di quota FEASR. E’ già accaduto nel 2019 e nel 2020, in entrambe le occasioni – senza grande clamore - io e il collega De Castro, per altro mettendoci la faccia su disastri compiuti da altri, ci attivammo perché il commissario all’Agricoltura Wojciechowski concedesse sia la prima che la seconda DEROGA. La prima volta è stata accordata per i numerosi ricorsi al TAR, la seconda per la Pandemia… e la terza? Quali ragioni dovremo sostenere per convincere la Commissione Europea a ‘giustificare’ le eventuali incapacità e incompetenza della Regione Puglia?”.
Raffaele Fitto