Una donna russa e i suoi tre figli hanno subito, negli ultimi vent’anni, atti intimidatori e vessazioni
È stato un lungo lavoro, quello documentato tra agosto, settembre e ottobre scorsi, dai carabinieri della stazione di San Giorgio Jonico, volto a ricostruire, attraverso interventi sul posto, ascolti protetti e annotazioni di polizia giudiziaria, gli atti intimidatori e le vessazioni subite da una donna russa negli ultimi vent’anni da parte del compagno convivente, un marocchino classe ‘85, pluripregiudicato.
Tutto nasce da una richiesta di intervento giunta al 112 il 19 agosto 2021 ad ora di pranzo, quando dei condomini di un appartamento sito in San Giorgio Jonico chiedono aiuto agli uomini dell’Arma perché, ancora una volta, sentono urla disperate provenire dall’interno di una delle abitazioni di quel palazzo. Immediato l’intervento dei militari, davanti ai quali si apre uno scenario straziante e a tratti incredibile: ad accoglierli, sull’uscio della porta, tre minori in lacrime, figli della coppia. Spaventati, tremanti e ancora sotto shock, raccontano ai Carabinieri che la loro mamma è stata picchiata e portata via dal papà, ubriaco.
Scattano le ricerche: dopo qualche minuto, la pattuglia effettivamente rintraccia un’auto, quella segnalata dai piccoli testimoni, che, a poche centinaia di metri dall’abitazione, è rimasta coinvolta in un incidente. A pagare le spese di quella folle e insensata corsa è proprio la moglie dell’uomo e madre dei piccoli, che i carabinieri trovano riversa a terra, dolorante: per lei, si apriranno le porte dell’ospedale di Martina Franca, dove sarà ricoverata per trenta giorni per fratture pluriframmentarie in diverse parti del corpo.
Da quel momento, i Carabinieri, di concerto con l’Autorità Giudiziaria, iniziano un’incalzante attività d’indagine e ricostruzione degli eventi, al fine di far luce su cosa, negli anni, fosse successo tra le mura domestiche di quella famiglia. A definirsi, nell’immediato, è uno squarcio di vita drammatico: un padre, già condannato nel 2014 con sentenza irrevocabile a tre anni di reclusione per aver maltrattato abitualmente la convivente (anche durante lo stato di gravidanza) dinanzi ai figli minori, umiliandola, offendendola e minacciando di portarle via i bambini se si fosse mai ribellata. Proprio quest’uomo, dal temperamento spesso ancor più alterato dall’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti, non ha, da allora, mai dimostrato pentimento per quanto fatto, né segnali di ravvedimento. Le testimonianze che i Carabinieri raccolgono offrono un quadro, prospettato all’Autorità Giudiziaria, di vent’anni di sofferenza, durante i quali vittima di queste vessazioni fisiche e psicologiche non è solo la compagna dell’uomo, ma anche i figli della coppia, costretti ad assistere a continui episodi di violenza, spesso frapponendosi tra il padre e la madre per prevenirne epiloghi drammatici.
Ma è stato proprio l’attento e preciso lavoro di ricostruzione degli eventi, documentato dai militari dell’Arma, a fornire al Giudice per le Indagini Preliminari quanto necessario per esprimersi in merito.
Così, sulla scorta dei documenti prodotti dai carabinieri di San Giorgio Jonico, il 30 Ottobre il Tribunale di Taranto – sezione GIP, ha applicato nei confronti dell’uomo la misura cautelare della custodia in carcere per i reati di cui agli artt. 572.2 (maltrattamenti in famiglia, con l’aggravante di aver commesso i fatti in presenza dei figli minori) e 590 c.p. (lesioni colpose).
Ricevuta l’ordinanza, gli uomini dell’Arma si sono immediatamente posti alla ricerca dell’uomo, per catturarlo e condurlo in carcere. L’epilogo, finalmente positivo, di questa straziante storia, è avvenuto proprio nella mattina del 1 novembre, quando i Carabinieri hanno rintracciato e tratto in arresto l’uomo, che rimarrà presso l’istituto di custodia a Taranto, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.