sabato 23 novembre 2024


09/04/2010 12:32:22 - Manduria - Politica

Ma ha perso il Pd o gli iscritti del Pd che non hanno sostenuto il partito?

 
E’ ormai un rituale. Al termine di ogni consultazione elettorale ci sono solo vincitori. Mai sconfitti. Forse proprio questo è uno dei tanti fattori che induce la gente a non votare: tanto, o si vota o non si vota, tutti vincono e nessuno perde.
Una premessa doverosa per poi esprimere la nostra meraviglia sull’analisi del voto delle Comunali di qualcuno, che pure ha sempre goduto della nostra stima per le capacità politiche.
Il riferimento è al Pd. Anche se nessuno ha il pudore di riferire pubblicamente queste cose, tutti sanno che all’interno del Pd in tanti attendevano Massaro alla resa dei conti. Chi per un motivo (il carattere del sindaco uscente, che evidentemente era diventato antipatico a qualcuno), chi per un altro (il partito non avrebbe sostenuto taluno nella scalata professionale e per questo occorreva esprimere la solidarietà; ma poi quale partito si sarebbe macchiato di questo neo: quello che ha operato a Manduria, o quello che ha referenze a Taranto o a Bari?), chi per altri ancora (forse non bisognava appoggiare Massaro perché, in caso di un’altra vittoria, avrebbe monopolizzato il partito), bisognava voltare pagina e optare per il nuovo.
Già il nuovo. Dai nomi che circolavano prima delle elezioni, l’unico di esponenti del Pd che è circolato è stato quello di Gregorio Pecoraro, sindaco di Manduria negli anni ’90 e sino ai primissimi anni del nuovo millennio. Anche se, per amore di verità, costui ha sempre negato, almeno pubblicamente, interessi a candidarsi a sindaco.
Altri nomi non ne sono emersi. Almeno di iscritti al Pd.
Bisognava a tutti i costi, quindi, far fuori Massaro. Anche a costo di perdere le elezioni del 2010 e di consegnare la città al centrodestra.
E’ proprio questo passaggio che ci sembra allucinante: uomini che hanno sempre avuto nel proprio Dna i principi e i valori della sinistra, non hanno esitato a votare il centrodestra pur di impedire a Massaro di conservare la guida dell’Amministrazione Comunale. Compresi esponenti politici che hanno brillanto nell’Amministrazione di Massaro (criticando quindi il sindaco uscente è come criticare anche il proprio operato, visto che si è condivisa la gestione sino all’ultimo giorno, mentre ora esce fuori una valutazione diversa), o chi, da questa, ha ricevuto, seppur in extremis, incarichi o altre prebende.
Si arriva al giorno della presentazione delle liste ed ecco che si verifica ciò che tutti sapevano: la diserzione di tutti coloro che, per un motivo o per un altro, avevano deciso di combattere Massaro, diventato praticamente il simbolo del male del Pd.
Ma andiamo avanti. Arriva il giorno delle elezioni e poi quello dello sfoglio. E dai risultati ecco i verdetti, quelli della gente, che aiutano a capire meglio e a definire la contesa.
Il Pd, pur con una lista ridotta all’osso, con numerosi neofiti della politica, regge: ottiene ben 4.166 voti, pari al 21,5%. Nonostante avesse contro una vera e propria armata (quella che candidava a sindaco Paolo Tommasino), nonostante la guerra intestina, il Pd non è sprofondato. Basta paragonare questo dato con le percentuali ottenute dal Pd in tante altre città del resto d’Italia, dove tutto il partito è sceso compatto in strada per difendere la propria bandiera.
Non solo. Massaro, che doveva essere l’anello debole della coalizione, ottiene 616 voti in più di quelli ottenuti dalle tre liste a suo sostegno. Quasi un elettore su dieci della coalizione, insomma, ha deciso di votare Massaro come candidato a sindaco e non le liste. Forse questo non è un valore aggiunto?
Ma c’è di più. Vediamo i risultati di coloro che erano vicini a Massaro prima della crisi. Ebbene, solo Emiliano Pacifico ha perso consensi rispetto al 2005: è passato dai precedenti 327 voti agli attuali 263.
Tutti gli altri, nonostante la inevitabile flessione subita dal centrosinistra, hanno visto lievitare i propri consensi personali: Franca Fusco è passata da 99 a 164 preferenze; Amleto della Rocca, segretario del partito, da 184 a 213 preferenze, Maria Grazia Cascarano da 290 a 521 preferenze (risultando così la più suffragata della consultazione); Michele Minonne da 318 a 319 preferenze, Mario D’Oria da 132 a 185 preferenze. Stabile, quasi in maniera chirurgica, Gianni Vico: da 273 a 272 preferenze.
La gente, insomma, voleva davvero rinunciare alla vecchia Amministrazione oppure ha premiato gli uscenti?
Non solo. Da più parti leggiamo che tutti gli attivisti del Pd che non volevano sostenere Massaro hanno votato il proprio candidato di area, ovvero Angelo Capogrosso. Noi crediamo che questa sia un’offesa anche all’intelligenza di Angelo Capogrosso. Costui, infatti, aveva ottenuto 208 voti nella scorsa tornata. Quest’anno è passato a 274 preferenze. Delle due l’una: o tutta quest’area che ha sostenuto di aver appoggiato Capogrosso vale 66 voti, oppure Capogrosso avrà perso tutti i consensi personali di cinque anni fa? Noi optiamo per la prima ipotesi: Capogrosso ha un suo seguito e tutti questi appoggi che gli sono stati promessi si sono rivelati, a conti fatti, una farsa.
Questi sono fatti, suffragati da numeri. Però leggiamo che il Pd ha fallito, che Massaro è stato bocciato dall’elettorato, che tutti coloro che sono stati vicini a Massaro dovrebbero farsi da parte, aprendo al … nuovo.
Non ci interessa, a scanso di equivoci, fare gli avvocati difensori di Massaro: crediamo che abbia capacità e dialettiche per difendersi da sé. Ma non possiamo neppure tollerare che la verità venga completamente stravolta. Verità che riferisce altro. E che cioè sono anche emersi giovani candidati del Pd in grado di farsi valere. Flavio Massari (128 voti), Roberto Dimitri (98 voti), solo per fare due nomi. E che sarebbero bastate poche altre decine di voti per portare la contesa al ballottaggio, con prospettive che sarebbero diventate incoraggianti.
Perché non cogliere allora l’occasione del congresso di maggio per mettere da parte chi dice di essere del Pd ma vota al Pdl o si astiene dalla competizione, e per rifondare il partito più importante del centrosinistra con giovani, che hanno entusiasmo e voglia di fare?










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