Con decine di migliaia di casi positivi al giorno fra gli studenti italiani, si riaprono le scuole lasciando inalterato il sistema dei trasporti e inattuata la promessa di screening pre-rientro
La sensazione che si avverte all’indomani del varo delle nuove misure anti Covid è quella che il Governo abbia deciso di tirare a campare, senza, ovvero, intervenire con decisione ed efficacia per arginare questa nuova ondata. Sembrerebbe, cioè, che anche a livello governativo ci si stia convincendo sulla “raffreddorizzazione del virus”.
Mentre il numero dei nuovi contagi ha anche sfondato quota 200mila al giorno, le misure adottate sono a nostro avviso prive di efficacia nell’immediato. Se è vero, infatti, che la maggior parte dei contagiati è asintomatica, è altrettanto vero che, considerati i numeri mai verificatisi in passato di nuovi contagi, i ricoveri ospedalieri hanno iniziato a raggiungere livelli preoccupanti. E già si iniziano a potenziare, anche in Puglia, i reparti destinati a pazienti no-Covid, andando a penalizzare le esigenze di tutti gli altri pazienti, nonché le altre emergenze sanitarie.
LE MISURE ADOTTATE – C’è l’obbligo vaccinale per gli over 50, che non cambia nulla nell’immediato. E, peraltro, la sanzione prevista è ridicola per un no-vax: appena 100 euro una tantum. Sarà cioè irrogata una sola volta dall’Agenzia delle Entrate (ne parliamo in un altro nostro articolo).
Nulla, invece, è stato deciso per quelle fasce di età (da 5 a 30 anni) in cui il virus sembra propagarsi di più e in cui la percentuale di vaccinazione è molto più bassa (per bambini e studenti in età scolare le vaccinazioni sono iniziate da poche settimanale, con risultati tutt’altro che soddisfacenti).
Poi c’è il mondo della scuola, per il quale ci soffermiamo in dettaglio in un altro articolo. Dal cilindro, anche questa volta, è stato tirato fuori il classico … coniglio. La risposta del governo, alla vigilia del ritorno a scuola, è stata quella di modificare le regole per la quarantena in caso di contagi. Una risposta pasticciata e confusionaria, che, anche questa, non avrà alcun ritorno utile nell’immediato. Si vorrebbe differenziare alunni vaccinati e alunni non vaccinati, invadendo, così, la sfera della privacy.
Non solo. In un ambiente chiuso, come quello della scuola, dove permangono gli alunni per lungo tempo a meno di un metro (il distanziamento è solo raccomandato), si decide di mantenere in classe tutti i compagni di un contagiato con una semplice mascherina Ffp2.
E laddove si verificano casi di positività, riecco la didattica double face, con lezioni sia in presenza, sia a distanza per coloro che sono positivi. Un tipo di didattica fallimentare, poiché ad un unico docente non si può chiedere di controllare, contemporaneamente, sia gli studenti in presenza, sia quelli a casa, facendo lezione efficacemente.
La situazione si aggrava, insomma, ma i protocolli si allentano, se è vero, come è vero, che mentre per i luoghi pubblici le capienze si riducono dal 75% al 50%, al coperto al 35%, si passa a quarantene light: in famiglia i contatti stretti hanno il via libera per andare ovunque, a patto che indossino la Ffp2 per una decina di giorni.
Tutti questi elementi rafforzano la convinzione che non si abbia più voglia di fare nulla per arginare la pandemia, al punto da svuotare di senso persino il concetto di mitigazione del rischio, che pure aveva guidato le scelte dei decisori pubblici negli ultimi mesi di pandemia.
L’infezione di massa è passata da spauracchio da evitare a ogni costo a scenario inevitabile, da accettare senza eccessiva preoccupazione e, in ogni caso, da preparare al meglio delle nostre possibilità. Con il rischio di tornare nuovamente a paralizzare, molto presto, un settore delicato come quello della sanità. Senza dimenticare i tantissimi morti di ogni giorno, che ormai sembrano essere diventati numeri senza alcun valore…