La sentenza della Corte d’Appello. Il commento di Fernando D’Ambrogio: «Finalmente è venuta a galla la verità. Dopo 9 anni di sofferenze ingiuste, finisce il mio incubo»
La Corte d’Appello ha emesso il verdetto sul procedimento avente per oggi gli attentati estorsivi ed incendiari che caratterizzano Sava alcuni anni fa: Fernando D’Ambrogio è stato assolto da tutte le accuse.
A riepilogare la vicenda e l’esito del processo di secondo grado il difensore di Fernando D’Ambrogio, l’avv. Michele Laforgia.
«Con la presente, quale difensore nel grado di appello del signor Antonio Fernando D’Ambrogio, comunico l’avvenuta assoluzione dello medesimo nell’ambito del procedimento penale avente per oggetto i presunti attentati estorsivi ed incendiari in danno, tra gli altri, del sindaco di Sava Dario Iaia e di sua moglie, nonché una ipotesi di turbativa d’asta.
A tal proposito rappresento che le vicende in questione sono state ampiamente trattate da alcune testate giornalistiche, nei cui articoli il signor D’Ambrogio veniva accostato al “Racket delle sepolture”, asseritamente ritenuto responsabile di gravissimi episodi criminali.
Ebbene, quanto ai presunti attentati incendiari appiccati a Lizzano il 16 aprile 2013 alle vettura “Jaguar S Type” e “Mercedes Classe A” di proprietà rispettivamente del sindaco di Sava Dario Iaia e di sua moglie (accuse confluite nel capo a di imputazione), il signor D’Ambrogio veniva assolto già in primo grado con la formula “per non aver commesso il fatto”, con sentenza depositata dal Giudice presso il Tribunale di Taranto in data 15/06/2020.
In primo grado, il signor D’Ambrogio veniva altresì assolto, con la formula “perché il fatto non sussiste”, pure dall’ipotesi di reato di turbativa d’asta. Nello specifico, trattasi della vicenda (capo b dell’accusa), inerente l’offerta al ribasso del 41% della base d’asta, presentata dalla cooperativa Aurora gestita dal D’Ambrogio in relazione alla gara d’appalto per l’affidamento dei servizi cimiteriali del Comune di Sava, indetta con determinazione del 31/10/2014 n° 588.
Ciò detto, quanto ai restanti capi di imputazione, il signor D’Ambrogio e gli altri imputati sono stati tutti assolti con la formula “perchè il fatto non sussiste”, come da dispositivo reso dalla Corte d’Appello di Lecce, Sezione distaccata di Taranto, in data 10/01/2022.
Quanto al capo c di imputazione, il Giudice di secondo grado ha ritenuto non sussistente la presunta estorsione perpetrata in danno di A. N., rappresentante legale della “Franeco srl”, e quindi la non colpevolezza del D’Ambrogio e del Ricchiuti in relazione alla rinuncia della società alla gara d’appalto indetta dal Comune di Sava per l’aggiudicazione dei servizi cimiteriali.
Quanto al capo d, il signor D’Ambrogio è stato assolto, unitamente ad Antonio Urbano, dall’accusa di tentata estorsione in danno di un ex dipendente della cooperativa Aurora, volta ad ottenere la rinuncia alla procedura esecutiva avviata da quest’ultimo e dal fratello nei confronti della cooperativa. Inoltre, la Corte d’Appello di Taranto ha assolto il D’Ambrogio anche dall’episodio dell’incendio appiccato in data 20 novembre 2013 a due autovetture.
Ciò detto, il giudizio di appello ha ampiamente dimostrato l’innocenza del D’Ambrogio in relazione a tutti gli addebiti contestati, come dimostra l’intervenuta assoluzione.
Considerato il diffuso clamore mediatico che le accuse hanno avuto in seguito alla pubblicazione degli articoli, soprattutto alla luce dell’attività imprenditoriale e politica all’epoca svolta dall’interessato, prego vogliate adottare ogni iniziativa ritenuta opportuna per attenuare il pregiudizio sofferto dal D’Ambrogio, additato più volte con il grave appellativo di membro del “racket delle sepolture”».
Avv. Michele Laforgia
Fernando D’Ambrogio esprime la propria soddisfazione, ma rimarca anche la sofferenza patita in tutti questi anni.
«Chiedo scusa ai miei concittadini se, involontariamente, ho portato fuori dalla nostra comunità una immagine brutta del nostro paese» afferma Fernando D’Ambrogio.
«Di questo sono molto rammaricato, ma non avevo colpe. Ora possiamo essere tutti più sereni e tranquilli.
Colgo l’occasione per ringraziare il collegio difensivo, che ha sempre creduto alla mia innocenza, restandomi sempre vicino.
Ho fornito tutte le indicazioni e prove di innocenza, in un’ottica di massima collaborazione con la magistratura, affinchè ci potesse essere ogni chiarimento e togliere ogni possibile dubbio.
Un grazie particolare ai giudici per la loro serietà e la loro grande capacità professionale: sono così riusciti a venire a capo della verità.
Grazie anche alle tantissime persone che, come all’inizio, così alla fine di questa storia, mi hanno confortato esprimendomi un pensiero di solidarietà. Grazie anche a chi è rimasto in silenzio.
In questo momento, sperando di non dimenticare niente e nessuno, mi fermo e mi riservo, promettendolo, di comunicare tutto ciò che ho dentro di me. Ora, dopo quasi 9 anni di sofferenza, ho solo bisogno di tranquillità e pace.
Consentitemi di seppellire tutto! Sperando che il cimitero sia ancora li, come l’ho lasciato tanti anni fa… Un fiore all’occhiello fra tanti cimiteri, un parco.
Grazie e a presto».