Una mozione presentata dal presidente della Commissione regionale di studio e d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata Renato Perrini
Il consigliere regionale Renato Perrini, nella sua carica di presidente della Commissione regionale di studio e d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata, ha presentato una mozione, che vi proponiamo.
«Senza ‘soldati’ non si possono combattere guerre, figuriamoci vincerle! Per questo come componenti della Commissione regionale di studio e d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia abbiamo presentato una mozione perché la Giunta regionale si faccia ‘portavoce, con il Governo Nazionale e il Parlamento Italiano, dell’esigenza di aumentare le risorse umane necessarie a rinforzare l’organico investigativo e giudiziario al fine di avviare e concludere tempestivamente le indagini necessarie per la sicurezza delle comunità pugliesi e poter garantire un adeguato contrasto alla criminalità organizzata”.
Una necessità che è stata evidenziata anche dai prefetti e magistrati delle Procure pugliesi che abbiamo audito il 25 ottobre e l’8 novembre scorsi. Preziosi i loro contributi che hanno ricostruito l’evoluzione delle organizzazioni mafiose, considerato che oggi è sempre più presente in quella ‘zona grigia’ in cui gli interessi delle mafie si intrecciano con quelli degli amministratori locali, prova ne sono i diversi comuni sciolti per mafia.
Il problema delle infiltrazioni mafiose all’interno di settori legali quali il settore commercio, turismo e ristoro è un fenomeno sempre più presente nei nostri territori in particolare nel leccese. Nel tarantino i settori di rilievo della criminalità sono legati al traffico di sostanze stupefacenti e all’usura, aggravata dalla situazione pandemica. Nel brindisino si sta notando un’evoluzione della situazione in cui stanno emergendo nuove leve che vanno rimarcando la presenza delle mafie all’interno del tessuto produttivo. Sono in crescita gli episodi legati al disagio giovanile che portano a rapine e sparatorie per questioni pretestuose. Il fenomeno del caporalato è presente in quasi tutto il territorio della Regione Puglia.
Il periodo di lock down ha visto un calo di reati ma con la ripresa sono aumentati gli episodi criminosi legati al disagio sociale, va sempre più aumentando il gioco d’azzardo e le estorsioni, dato rilevato in particolar modo dal Prefetto di Bari. Altro dato importante è che oggi le carceri non fanno più paura e quindi non vi è più quel freno che ostacola le attività criminose.
Il territorio della BAT risente dell’essere punto d’incontro tra la malavita barese e quella foggiana. Dalla situazione odierna emerge che sono presenti diversi reati predatori (furti di autovetture, portavalori, mezzi agricoli); estorsioni, usura, traffico di sostanza stupefacenti, riciclaggio di capitali. Le pagine di cronaca dei giorni scorsi elevano un grido d’aiuto dall’intero territorio.
Altrettanto complessa è la situazione del foggiano che vede distinguersi tre tipologie di organizzazioni mafiose in base al territorio: quella garganica, l’area del basso tavoliere con epicentro Cerignola vedendo coinvolti alcuni territori della BAT e l’area di Foggia.
Data questa situazione come Commissione riteniamo che sia necessario:
rinforzare l’organico investigativo;
potenziare il numero dei tribunali e delle Procure in province a grande estensione territoriale come quella di Foggia, nel basso tavoliere e nell’area garganica;
ampliare zone video sorvegliate centralizzate al fine di agevolare le indagini e monitorare le comunità;
investire sulle Politiche Giovanili con percorsi di educazione che mettano in risalto buone prassi per riappropriarsi degli spazi comuni finalizzati alla socializzazione delle fasce giovanili».