In lista col Pd, non è stato eletto: «I miei 54 voti non sono un fallimento, perchè si tratta di voti di stima e spontanei, senza spinta clientelistica»
In attesa dell’insediamento della nuova giunta, è ancora tempo di analisi del voto. Uno dei candidati che non è riuscito a ottenere il risultato necessario per far parte del gruppo eletto, non si ritiene sconfitto: è Salvatore Sgura, candidato nella lista del Pd, che interviene per offrire la sua analisi del voto.
Come mai affermi che i 54 voti presi non sono un “fallimento”?
«Preciso che non mi entusiasma il fatto di non essere riuscito ad entrare a far parte del Consiglio Comunale: sarebbe sia masochistico che offensivo per chi mi ha votato» afferma Salvatore Sgura. «Ma tengo anche a dire che non mi ritengo sconfitto perché sono voti di stima e spontanei senza una spinta clientelistica o un tornaconto di alcun genere. Tolti i sei voti di famiglia, sono 48 voti di fiducia e di incoraggiamento di gente che forse non conosco personalmente ma che mi spingono a non mollare per portare avanti la causa che mi ha spinto ancora una volta a presentarmi in prima persona nelle liste dei candidati. Ne approfitto per ringraziare chi ha creduto in me e in quello che ho voluto rappresentare. Detto questo, bisogna tirare le somme e capire come continuare anche senza far parte degli eletti. E’ ovvio che questo non posso farlo da solo, ma con la forza di queste 48 persone e di altre che forse non mi hanno votato, ma che avrebbero voluto.
Partiamo insieme, incontrandoci e confrontandoci su tutti i temi riguardanti il sociale. Sono a completa disposizione per una pianificazione del e per il futuro. Il nostro! Che ne pensi della vittoria di Tommasino? Non lo conosco personalmente ma in qualità di mio sindaco, gli auguro un buon lavoro per il nostro bene. Ho condiviso da subito il programma di Francesco Massaro in quanto nutro grande stima e ribadisco che è fortemente capace di dare un gran supporto per il benessere del nostro territorio e sono convinto che lui e chi starà al suo fianco nell’azione di opposizione, faranno un buon lavoro, sapendosi opporre lì dove occorrerà, senza ad andare a intaccare il lavoro costruttivo che vorrà fare la maggioranza».
Come mai ti sei candidato ancora una volta con il PD pur non riconoscendoti in questo partito?
«Non è vero che non mi riconosco nel PD, anzi, dico solo che il PD deve fare il PD e rappresentare quello che per sua natura rappresenta. E non mi riferisco a livello locale. Però, sono convinto che questo periodo di smarrimento sarà il principio di una nuova e grande forza coesa e ambiziosa di spirito democratico. Ovvio che se non dovessi trovare spazio all’interno del partito o non trovassi riscontro in quello che io credo sia la “politica”, affronterò l’argomento con maturità e convinzione».
Hai da rivolgere un appello al nuovo sindaco?
«Certo. Come ho già detto, gli auguro un buon lavoro ma mi permetto anche di chiedergli di avere a cuore e considerare con particolare importanza alcuni argomenti. In primis, l’ascensore all’interno del comune e del tribunale. Creando anche tutti i presupposti per arrivare a raggiungere questi obiettivi: un bagno a norma all’interno di questi edifici, la grande presenza sul rispetto dei parcheggi per i disabili e degli scivoli o degli ingressi per non arrecare barriere; creare dei marciapiedi alle piazzette di San Pietro in Bevagna con la realizzazione di un bagno idoneo. E ancora portare sulle spiagge pedane idonee per far arrivare i portatori d’handicap, di ogni tipo, fino alla riva del mare, senza dover chiedere umilmente ogni qualvolta a qualche anima buona. L’assistenza di bagnini; una maggiore presenza di diversabili all’uso del servizio di acquaterapia, con la collaborazione della direzione della piscina “comunale” e dell’Asl, che dovrebbe anch’essa intervenire. Questo lo chiedo in quanto in prima persona ho subito gravi offese per il mal servizio, rinunciando così all’uso di tale servizio. Un controllo a tappeto di tutte le aziende che hanno per legge l’obbligo di assumere un soggetto appartenente alle categorie tutelate dalla legge 68/99. Molti si domandano come mai hai il titolo di Dottore. Ce l’ho perché sono laureato con 110 e lode in Scienze dell’Educazione. Sudato in soli tre anni, compresi anche i tanti impegni e sacrifici che non sto qui a spiegare. La mia tesi era sulle Dipendenze Patologiche di ogni genere e natura. Con questo, mi metto a completa disposizione del sindaco, qualora avesse bisogno di un consulto o di un supporto. Grazie ancora e buon lavoro!».