Attraverso un proficuo e costruttivo dibattito, sono stati analizzati i fattori che determinano le differenti prospettive dei soggetti impegnati sul tema (accoglienza, formazione e lavoro)
L’aula consiliare del Comune di Manduria ha ospitato ieri una tavola rotonda sul tema “Inserimento lavorativo dei rifugiati”. Sono intervenuti Gregorio Pecoraro, sindaco di Manduria; Antonio Palma, presidente della coop Rinascita; Cosimo Borraccino, consigliere del presidente della Regione Puglia per il territorio di Taranto; Fabiana Rossetti, assessore comunale ai Servizi Sociali; Chiara Cordella, Centro Formazione Cefas; Andrea Siciliano, responsabile unico di progetto, Eva Santoro, segreteria provinciale CGIL; Serafina Cotugno, Cna Manduria; Floriana Guida, associazione Naturalmente a Sud; Vito Perrucci, presidente Commissione Servizi Accoglienza; Gianmarco Negri, capo coordinatore coop Rinascita.
Attraverso un proficuo e costruttivo dibattito, sono stati analizzati i fattori che determinano le differenti prospettive dei soggetti impegnati sul tema (accoglienza, formazione e lavoro).
Dagli interventi è emerso a fattor comune la necessità di mettere in campo tutte le professionalità utili e necessarie nell'affrontare quella che oggi non è più considerata una momentanea crisi migratoria, bensì divenuta strutturale nei confronti di interi popoli di Paesi quali Afghanistan, Iran, Siria, Iraq e, nelle ultime settimane, Ucraina (in questo momento storico gli ucraini fuggono da una scellerata guerra).
La “pugliesità”, come è stata definita durante la tavola rotonda, è quello stato d’animo che ha caratterizzato i cittadini pugliesi nell’affrontare in maniera coscienziosa e solidale la prima crisi migratoria albanese negli anni ‘90. In tutti gli interventi è emersa inoltre la consapevolezza che la bontà d'animo che ci ha caratterizzato come regione accogliente negli anni ì90 non basta. E’ necessario mettere in campo strumenti e professionalità che possano garantire la dignità di ogni essere umano cercando di soddisfare le esigenze d'integrazione. Il lavoro infatti è uno tra i primi strumenti che determinano non solo l'ottenimento di un reddito ma il fattore indispensabile di crescita morale e di realizzazione personale, il segno distintivo dello sviluppo dell'essere e quindi il più idoneo ad esprimere il pregio della persona e della sua dignità.
Tutti gli intervenuti alla tavola rotonda hanno dato disponibilità a mettere a fattore comune le pratiche per individuare punti comuni di azione e pratiche condivise.
Fare rete sul tema del lavoro risulta infatti fondamentale per poter riconoscere il diritto al lavoro alle persone migranti, poterne valorizzare le caratteristiche e le potenzialità individuando le strade più efficaci per arrivare ad un lavoro regolare. Tutto questo è possibile solo attraverso la conoscenza e il dialogo tra i diversi attori coinvolti.