«Giusto rimarcare la confusione di Aqp, come ha fatto GEA»
Sul tormentato iter procedurale del depuratore consortile, vi proponiamo una nota dell’ex sindaco Antonio Curri
«Non c’è da meravigliarsi quando il gruppo consiliare GEA evidenzia la confusione di AQP nell’affrontare le problematiche del depuratore consortile Manduria-Sava-Marine.
Meraviglia invece che l’Autorità di Bacino della Regione Puglia abbia ritenuto possibile l’intervento per la realizzazione del depuratore consortile, sapendo che l’imbocco delle acque reflue ricade in zona ad alta pericolosità idraulica e non solo.
Se ne sarebbe ben guardata dal dare un parere “pseudo favorevole” al progetto del depuratore progettato da AQP per l’agglomerato di Manduria, Sava e delle marine se fosse stata messa a conoscenza dei fatti che sono accaduti nell’area in cui verranno ubicate le pompe di sollevamento “interrate” che porteranno i liquami di Manduria e Sava fino al depuratore di Specchiarica.
Come tutti i cittadini sanno, la zona della “Vora” negli anni passati è stata oggetto di fuoriuscita e straripamento delle acque luride e bianche del Canale Romano, causando danni alle colture dei fondi rustici limitrofi.
Prova ne sia che una signora è stata risarcita in ultimo di una somma superiore a100mila euro, oltre interessi, rivalutazione monetaria e spese di lite, per lo straripamento delle acque luride e bianche del Canale Romano.
All’inizio Aqp ha cercare di scaricare la colpa sul Comune di Manduria, su Arneo e sulle assicurazioni. Prima il Tribunale di Taranto e poi il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Napoli hanno dato ragione alla signora, condannando AQP ed escludendo dalle responsabilità il Comune di Manduria.
Se si dovesse verificare un nuovo “allagamento” nella zona, cosa accadrebbe alle apparecchiature previste (pompe interrate) dal progetto del depuratore, se si pensa che tali apparecchiature saranno alimentate da corrente elettrica?
Le proteste che sono state fatte sino ad adesso dalla popolazione sono state mirate alla pericolosità dal punto di vista ambientale dello scarico in mare tramite condotta sottomarina e/o trincee drenanti alla masseria Marina.
Un problema non meno importante sta nell’aver progettato l’“imbocco” della tubazione in un’area soggetta ad “allagamenti”.
Sarebbe bene che AQP riflettesse sulle conseguenze che potrà avere la realizzazione del depuratore, non solo a valle, ma anche a monte (imbocco dei reflui) in una zona interessata da allagamenti».
Ing. Antonio Curri