«Le bollette dell'energia elettrica sono aumentate più del doppio, i nostri fornitori hanno aumentato i prezzi e noi non possiamo modificare il nostro listino prezzi perché rischiamo di perdere clienti»
Caro energia e caro carburante rischiano di fare chiudere centinaia di imprese artigiane nella provincia di Taranto. È l’allarme lanciato da Rosita Giaracuni e Stefano Castronuovo, rispettivamente direttore e segretario provinciale di Casartigiani Taranto.
Dopo un lungo confronto con gli imprenditori artigiani del territorio, è emerso un quadro desolante e particolarmente preoccupante, specialmente per l'autotrasporto.
«Il nostro è un servizio vitale quanto indispensabile per il Paese, movimentando circa l'80% delle merci. - spiega il referente della categoria degli autotrasportatori Giacinto Fallone - Tanto elogiato in pandemia per aver consentito agli italiani di avere sempre a disposizione i beni di prima necessità, non altrettanto sostenuto in questi ultimi mesi, dove il caro carburante ha provocato danni ingenti a causa dei costi insostenibili.
Serve una soluzione che realmente contenga l'aumento dei prezzi, altrimenti qualcuno dovrà dirci come mantenere in vita le imprese».
«Non sappiamo per quanto tempo ancora riusciremo a reggere, ormai siamo al limite. - denuncia infatti Sante Montanaro, autotrasportatore – I rincari sproporzionati stanno mettendo in seria difficoltà le nostre imprese. Forse è arrivato il momento di alzare la voce, bisogna andare a Roma e portare avanti una mobilitazione nazionale perché a livello locale le istituzioni non ci ascoltano».
Anche gli altri settori dell'artigianato continuano a vivere una situazione economica instabile.
«Le bollette dell'energia elettrica sono aumentate più del doppio, i nostri fornitori hanno aumentato i prezzi e noi non possiamo modificare il nostro listino prezzi perché rischiamo di perdere clienti. - spiega Rosy Scarciglia, parrucchiera – Al Governo chiediamo innanzitutto di considerarci. Da quando è scoppiata la pandemia abbiamo ricevuto solo pochi euro, inutili rispetto al fatturato perso nei mesi chiusura per Covid. Vogliamo che le istituzioni si rendano conto della crisi che ha colpito le piccole aziende che sono tante e hanno un valore. Ad oggi – continua- non abbiamo stimoli per andare avanti se i soldi guadagnati servono solo per pagare i dipendenti e pagare le bollette».
L'unica soluzione, a detta di Ivano Mignogna, presidente della categoria Estetica e Acconciatura di Casartigiani, è «il coworking. Dobbiamo aiutarci tra di no i– spiega - e farci forza per affrontare il presente».
Casartigiani intanto ha scritto alla Regione Puglia e informato la Confederazione nazionale, chiedendo un intervento urgente a tutela delle imprese che incoraggi la ripresa economica dell’intera provincia ionica.
«Sul fronte dei costi dell’energia, le misure previste dal Governo nei mesi scorsi non sono servite a risolvere il problema. – riferisce Giaracuni - Di questo passo, senza liquidità, si determinerà l’impossibilità da parte delle imprese artigiane di continuare a svolgere la propria attività. È quindi indispensabile programmare azioni condivise tese alla valorizzazione delle aziende del territorio ed evitarne il collasso».
«La situazione è critica. Sempre più aziende vivono un clima di incertezza non più sopportabile. I nostri imprenditori meritano rispetto, meritano risposte chiare sul loro futuro. – segue Castronuovo - La gravissima crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria ha acuito le difficoltà che il mondo dell'artigianato locale già viveva da tempo. Dopo due anni di pandemia, non possiamo più ignorare il grido d’aiuto della categoria. Lo stato di sofferenza delle imprese richiede ora azioni immediate e non più procrastinabili».