Stamattina il post su Fb, in cui si sofferma sulle ragioni che lo hanno spinto a lasciare la coalizione: «“L’amministratore unico” di questa ampia compagine amministrativa non coinvolge più i suoi consiglieri presentando a loro stessi decisioni già prese»
Strappo all’interno della coalizione monocolore che amministra Maruggio. Il consigliere comunale Maurizio Schirone ha deciso di lasciare gli scranni della maggioranza. In un articolo post pubblicato in mattinata sul proprio profilo Fb sono elencate le ragioni alla base di questa decisione.
Vi proponiamo il post in forma integrale.
«La vita è come un libro. Si chiude un capitolo per passare al successivo.
Care concittadine e cari concittadini,
cari maruggesi,
ci sono valori che nella vita non sono negoziabili. Sono un disubbidiente e non ce la faccio proprio a praticare l’ipocrisia. Mi ritengo un obiettore e il mio comportamento spesso ha dato e dà fastidio a chi pretenderebbe cieca ubbidienza. Ma se cambiassi i miei comportamenti dovrei fare i conti con la mia dignità, un valore prezioso che mi hanno “insegnato” i miei genitori: mai perdere la dignità. Certamente non sono né migliore né peggiore di altri amministratori, ma sicuramente diverso. E ciò che sto facendo, lo faccio senza rancore alcuno.
Quando buona parte dell’amministrazione comunale smarrisce il rapporto con il proprio popolo e con il proprio elettorato, smarrisce se stessa.
Quando “l’amministratore unico” di questa ampia compagine amministrativa non coinvolge più i suoi consiglieri presentando a loro stessi decisioni già prese, quando alla leadership orizzontale e partecipata si preferisce una guida monocratica e autoritaria, quando viene a mancare la tenuta democratica all’interno di un gruppo consiliare, quando il principale collante di buona parte di una coalizione diventa il tirare a campare, quando il conflitto prevale sul confronto sino a diventare patologico, quando la collegialità nelle scelte viene sistematicamente violata dal centralismo accentratore del deus ex machina, quando si tenta di controllare tutto ciò che è pensiero critico e di annientare il “pensiero divergente, quando emerge una incapacità (o deliberata mancanza di volontà?) di dialogare con i vari membri di questa larga e atipica maggioranza spesso bloccata dall’arroganza, allora credo sia arrivato il momento di un atto di coraggio intellettuale di sussulto d’orgoglio ed essere consequenziali.
Le incomprensioni con il sindaco, che si trascinavano da tempo, hanno raggiunto il culmine massimo e mi hanno portato alla drastica decisione di uscire dalla maggioranza! (Maggioranza? Esiste ancora?)
É stata una decisione ponderata e non nascondo sofferta, in un periodo della mia vita pesante, complicato e non facile.
Questo individualismo aggressivo turba la convivenza civile e lede rapporti interpersonali, questo tentativo di addormentare le coscienze e di spegnere la partecipazione, questa perdita di identità e questo smarrimento che abbassa la funzione democratica del consiglio comunale, dove si confezionano ordini del giorno che affrontano, sporadicamente, i problemi della collettività, ecco, in un momento come questo l’unica cosa che non posso più permettermi è l’inconsapevolezza o il sonno della ragione.
È da tempo che parte di questa Amministrazione certo non brilla per lungimiranza e buonsenso. Il rifiuto del dialogo e l’accentramento dei “poteri” costringe all’ipocrisia e al servilismo.
Non ho mai sollevato pregiudiziali ideologiche o sterili opposizioni di principio, ma ho posto nodi aperti e spesso di non facile soluzione.
Occorreva meno supponenza per raggiungere determinati fini, meno retorica nell’ostentare alcune decisioni e più disponibilità all’ascolto e all’autocritica.
La mancanza di fiducia progressivamente accumulata, fino alla sensazione di essere un corpo estraneo rispetto alla maggioranza, i ruoli non rispettati, il modus operandi di un sindaco autoreferenziale che va avanti forte dei numeri in Consiglio comunale, la mancanza di dialogo e di condivisione nelle decisioni, l’impossibilità di fatto di svolgere pienamente il mio ruolo amministrativo e questo clima da “ultimi giorni di Pompei”, il profondo rispetto verso i cittadini maruggesi e i valori in cui credo, mi hanno, quindi, motivato nella decisione di non far più parte della maggioranza della maggioranza.
Il personalismo e l’accentramento di poteri è sicuramente uno di quei mali che hanno condizionato la politica del nostro paese.
Il mandato del sindaco è scaduto da parecchio, ma egli stesso non se n’è accorto.
Per questo bisogna avere la capacità di ridisegnare un nuovo progetto politico per Maruggio e i maruggesi che sappia parlare all’intera città.
Occorre un nuovo progetto civico, una nuova vision e una nuova mission che portino la nostra comunità fuori dalle sabbie mobili e dall’immobilismo, occorre un nuovo patto con i cittadini, occorrono forze fresche e una classe politica capace di tutelare i diritti dell’intera collettività.
Nonostante tutto, continuerò a rappresentare nel migliore dei modi i tanti cittadini che mi hanno concesso l’onore della loro fiducia ai quali devo il mio mandato da consigliere comunale che eserciterò fino in fondo e senza condizionamenti.
A voi va il mio grazie, a Voi e solo a Voi chiedo scusa se non sempre sono stato all’altezza, ma era il massimo che si poteva fare all’interno di una “democrazia autoritaria”, un sistema “democratico” in cui si pensa di poter cambiare qualcosa, ma si finisce con l’essere stritolati.
Buona estate a tutti e tanta serenità».