sabato 23 novembre 2024


21/07/2022 04:36:45 - Provincia di Taranto - Attualitą

Questa procedura sostituisce un intervento chirurgico, con tutte le possibili complicanze e, più in generale, le conseguenze negative, anche in termini di dolore fisico, per il paziente

Presso la Struttura di Radiodiagnostica e Radiologia Interventistica dell’ospedale “SS. Annunziata” di Taranto, grazie alla stretta collaborazione con la Struttura di Nefrologia, nei giorni scorsi è stata eseguita, per la prima volta in Puglia, una procedura innovativa per il confezionamento di una fistola artero-venosa, ossia la comunicazione artificiale tra un’arteria e una vena necessaria per poter effettuare l’emodialisi. Si tratta di una tecnica mininvasiva, di tipo esclusivamente endovascolare, che si sostituisce all’intervento chirurgico che normalmente si opera per ottenere questo risultato.

La nuova tecnica ha enormi benefici, per diversi ordini di ragioni. Innanzitutto, questa procedura sostituisce un intervento chirurgico, con tutte le possibili complicanze e, più in generale, le conseguenze negative, anche in termini di dolore fisico, per il paziente. La procedura, infatti, è molto confortevole: non richiede anestesia, se non a livello locale, e non lascia cicatrici visibili. Inoltre, l’intervento chirurgico di confezionamento di una fistola è solitamente traumatico per i vasi sanguigni, in particolare per l’endotelio (la superficie interna dei vasi); realizzare una fistola senza tale trauma comporta una durata più lunga della stessa, e quindi minore probabilità di dover ricorrere, in un momento successivo, all’angioplastica o di procedere a un secondo intervento per confezionare una nuova fistola.

La tecnica consiste nell’inserimento di due cateteri, uno nel sistema arterioso e uno nel sistema venoso, fino a un punto in cui un’arteria e una vena sono molto vicine. A questo punto i due cateteri aderiscono attraverso un magnete e si può esercitare dall’esterno una radiofrequenza localizzata di pochi secondi creando tra i vasi una comunicazione di pochi millimetri. Il collegamento creato tra i due vasi sanguigni, dunque, farà crescere il diametro della vena (è la ragione per cui viene realizzata la fistola) che consentirà, già un mese dopo l’operazione, di sottoporre il paziente a dialisi.

Il direttore generale dell’ASL Taranto Vito Gregorio Colacicco, afferma che l’introduzione di tecniche d’avanguardia, volte a rendere più efficaci e meno traumatiche le procedure sanitarie, e la più stretta integrazione tra strutture rientrano pienamente nel quadro di obiettivi che l’attuale direzione aziendale intende conseguire.

«L’introduzione di una procedura innovativa in favore di una categoria di pazienti fragili, quelli che necessitano di emodialisi, è una splendida pagina della sanità ionica. ASL Taranto è costantemente impegnata nella ricerca di nuove soluzioni, tecniche e organizzative, al fine di offrire agli assistiti servizi di qualità sempre più alta, in linea con le legittime aspettative dei cittadini. Voglio sottolineare, in particolare, l'importanza della multidisciplinarietà in ambito sanitario: è grazie alla stretta collaborazione tra le strutture di Radiologia interventistica e di Nefrologia che abbiamo potuto sperimentare a Taranto questa procedura, per la prima volta nella nostra regione, ed è noto che dal lavoro congiunto tra specialisti di ambito diverso scaturiscono nuove e più adeguate risposte ai bisogni sanitari».











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