Dopo l’ennesima aggressione agli operatori sanitari al S.S. Annunziata, interviene il segretario generale provinciale del Siulp di Taranto, Antonio Digregorio
«Esprimiamo vicinanza al tecnico radiologo in servizio al Pronto Soccorso dell’ospedale di Taranto SS. Annunziata che nelle ultime ore – come apprendiamo dalla denuncia del presidente dell’ordine delle professioni infermieristiche Pierpaolo Volpe – è rimasto vittima di un’aggressione ad opera di alcuni parenti di un paziente che era stato sottoposto a controlli medici».
Ad affermarlo è Antonio Digregorio, dirigente sindacale del Siulp nazionale e segretario provinciale del Siulp di Taranto.
«L’ennesima che va ad aggiungersi alle tante altre che purtroppo si sono nel tempo registrate in una città come la nostra, sebbene il fenomeno dilaga in ogni parte d’Italia. Una città, in cui, tra l’altro si annida un tessuto sociale particolare e dove insistono aree di degrado», aggiunge Digregorio. «Infatti, appena qualche settimana prima, lo stesso presidente Volpe aveva denunciato altre aggressioni nei confronti di alcuni operatori sanitari dell’ospedale Moscati di Statte-Taranto.
Le vittime sono spesso coloro che svolgono un servizio di Stato, ovvero pubblico o di pubblica utilità (helping profession). Neanche qualche giorno fa ci eravamo occupati del caso di quattro colleghi della Polizia Penitenziaria che nel carcere di Noto in Sicilia, venivano brutalmente aggrediti; ma se andiamo a ritroso, di recente anche nell’istituto penitenziario di Taranto – al limite degli standard di sicurezza causato dalla cronica carenza di personale denunciata dai sindacati di categoria - si è registrata l’ennesima aggressione in sfavore di alcuni agenti di polizia che riportavano diverse lesioni.
Stessa sorte, altra di una lunghissima serie – riportando il tema ad un arco temporale decisamente breve – il 31 luglio, è toccata a due nostri agenti della Polfer di Bologna, che in un treno a fine corsa, a seguito di un controllo effettuato nei confronti di due stranieri di origine nordafricana, al rifiuto di scendere dal convoglio, reagivano in maniera violenta ferendo gli agenti con un taglierino e nella colluttazione riportavano diverse lesioni e alcune costole rotte. I due giovani venivano poi arrestati per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e di qui la mobilitazione del Siulp e della Fit Cisl - Federazione Italiana Trasporti, giacchè sono tanti anche i controllori di treno, capitreno e addetti a servizi a subire spesso vili e brutali aggressioni durante il loro lavoro».
Da Taranto, parte l’ennesima denuncia del SIULP.
«Siano di fronte ad una piaga sociale che ne determina persino la sua stessa tenuta oltre che mina la serenità e la sicurezza degli operatori in divisa e di coloro che svolgono una helping profession, servendo lo Stato e gli enti che lo rappresentano a vari livelli», dichiara Digregorio. «E uno Stato democratico come il nostro deve reagire, non mostrarsi inerme, debole a fronte di un attacco del genere e come tale con provvedimenti legislativi più efficaci, difendere gli uomini e le donne che lo rappresentano e che a loro volta difendono lo Stato stesso!
La statistica ci restituisce un dato impressionante, visto che gli operatori in divisa, in questo Paese - afferma il sindacalista – subiscono un’aggressione ogni 3 ore e la situazione ha ormai raggiunto livelli impressionanti. Un “allarme rosso” che lanciamo da tempo all’esecutivo di Governo – oggi, invero, lanciato allo stesso entourage scosso dalla sua instabilità politica interna. Così, si mina la credibilità e l’autorevolezza dello o Stato, giacchè le vittime sono valorosi uomini e donne in uniforme e operatori che svolgono un prezioso e imprescindibile servizio alla comunità, al cittadino. Ecco perché», afferma Digregorio, «è necessario scuotere i decisori politici affinchè vengano promulgate leggi che contemplino reati ancor più specifici allorquando si commettono violenze nei confronti degli operatori in divisa, fissando pene più esemplari e pene certe con espiazione restrittiva effettiva, giacchè, come ormai constatiamo da tempo, si è diffusa la totale convinzione di impunità da parte di coloro che commettono simili reati.
Ecco perché, il Siulp è precursore e parte attiva di un processo mediatico che ci vede protagonisti nella raccolta firme ovvero di una petizione popolare con la quale chiediamo leggi specifiche.
Dando poi uno sguardo al nostro intero – ed è questo è un chiaro suggerimento che formiamo tanto al Questore quanto al Prefetto di Taranto – che in tal senso possono attivarsi nell’ambito del Comitato dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica, è necessario a breve termine pianificare utili strategie sulla sicurezza e nell’ambito ad esempio della futura apertura del nuovo ospedale San Cataldo, iniziare a prevedere un posto fisso della Polizia di Stato, adeguato agli standard di una così notevole e ampia struttura che sicuramente, divenendo punto di eccellenza ospedaliera (si spera), dovrà ospitare importanti e strategici settori medici oltre che servire un ampio bacino di utenza rinvenente anche da altre provincie oltre che da ogni parte del Sud Italia.
Infatti», conclude Digregorio, «sia in termini di sicurezza generale che per la stessa sicurezza dell’operatore, allo stato, non ha senso ovvero avrebbe poco senso continuare ad avere un il Posto Fisso all’interno dell’ospedale S.S. Annunziata (gestito dal Commissariato Borgo), quando si garantisce la sua apertura con un solo operatore e forse per un solo turno diurno. Fermo restando che la legge Madia, purtroppo, anche a livello locale, ci vede ancora fortemente penalizzati in ordine al ripianamento dei nostri organici, sebbene, apprezziamo gli sforzi ultimi del Dipartimento della P.S. che ha inviato a Taranto un certo numero di agenti, non ancora, però, del tutto sufficienti alla luce dei prossimi ingenti pensionamenti del personale».