sabato 23 novembre 2024


26/10/2022 17:46:35 - Provincia di Taranto - Attualitą

«Ad oggi ancora nessuno ci ha saputo motivare chiaramente perché i pazienti non possano riavere il Centro Emodialitico loro sottratto, con l’aggravio che in questi mesi, non solo sono aumentati i pazienti nefropatici»

Riceviamo, e pubblichiamo, un comunicato della Cisl Fp Taranto e Brindisi avente per oggetto il centro dialisi di Torricella.

«Siamo soddisfatti per la presa di coscienza e di solidarietà che giunge in queste ultime ore da tutte le forze politiche regionali, di opposizione e di maggioranza a causa della mancata riapertura del Centro Dialisi di Torricella.

La CISL FP Taranto Brindisi, fin dal mese di luglio 2021 espresse grande preoccupazione per quanto accadeva nel piccolo Comune di Torricella in provincia di Taranto. Comune tanto piccolo, quanto importante poiché ubicato in una posizione sanitaria strategica, per l’area afferente al Distretto Socio Sanitario n. 7 dell’ASL di Taranto.

A tal proposito, sarebbe opportuno per chi si approccia solo ora all’annosa vicenda, fare una breve sintesi su quanto fin qui accaduto.

Il 1° agosto 2021, decine di pazienti emodialitici assistevano inermi alla chiusura unilaterale del Centro Dialisi SS. Medici in Torricella gestito da una società privata, vedendosi così costretti a percorrere decine di chilometri, pur di usufruire di un servizio sanitario indifferibile come questo. Da allora la nostra organizzazione sindacale, allertata dalle lavoratrici e dai lavoratori del suddetto Centro Emodialitico, ha intrapreso un percorso vertenziale molto forte e deciso a difesa di un diritto così importante che ci ha visto in diverse circostanze, assieme ai lavoratori, i pazienti ed  e i sindaci dei comuni limitrofi scendere in piazza e manifestare davanti alla ASL di Taranto, per riuscire ad ottenere il ripristino del servizio sanitario.

Purtroppo l’unico risultato ottenuto, dopo innumerevoli note sindacali e comunicati stampa, è stato quello di assistere ad un rimbalzo di responsabilità tra la ASL di Taranto e la Regione Puglia, ma ad oggi ancora nessuno ci ha saputo motivare chiaramente perché questi pazienti non possano riavere il Centro Emodialitico loro sottratto, con l’aggravio che in questi mesi, non solo sono aumentati i pazienti nefropatici ma si prefigurano anche importanti ricadute occupazionali per tutto il personale che ora si vede costretto a lavorare in altre strutture sanitarie a chilometri di distanza.

A tutto ciò, si aggiunga il fatto che il responsabile del Dipartimento Dialisi ASL di Taranto Morrone abbia più volte dichiarato, l’incapacità ricettiva di ulteriori posti rene presso il presidio ospedaliero “M. Giannuzzi” di Manduria.

Rammentiamo che nel 2018 attraverso una deliberazione di Giunta regionale n. 1679, veniva istituita una nuova organizzazione della rete Nefrologica – Dialitica e Trapiantologica Pugliese denominata ReNDIT, allo scopo di regolamentare questo servizio sanitario così importante ed indifferibile ed è proprio una di queste norme che obbliga al rispetto del limite massimo di 25 km di percorrenza per accedere ai posti rene.

Va da se che in questo caso specifico ed in barba ad ogni regolamento, questi pazienti dopo la chiusura del suddetto Centro Dialisi, sono costretti a percorrere circa 80 chilometri al giorno per poter dializzare, con le logiche ripercussioni sociali e sanitarie.

La CISL FP di Taranto Brindisi con il segretario generale Massimo Ferri e la coordinatrice regionale Flavia Ciracì, in questi mesi si è fatta carico della vertenza, chiedendo ben tre audizioni presso la Terza Commissione Sanità e facendo scendere in campo anche il segretario regionale della CISLFP Pugliese Aldo Gemma, al fine di ottenere un impegno concreto dell’assessore alla Salute Rocco Palese a ripristinare questo servizio sanitario ma ad oggi dopo quasi un mese dall’ultima Audizione del 3 ottobre scorso, tutto tace.

Siamo fermamente convinti che la chiave di volta in questa battaglia di civiltà sia proprio la politica così come si sta verificando in queste ultime ore, dopo le dichiarazioni dei consiglieri regionali Michele Mazzarano, Renato Perrini e Vincenzo Di Gregorio, che avallano quanto da tempo sosteniamo fortemente.

La politica deve intervenire per restituire un Servizio Sanitario così importante ad un territorio già fortemente penalizzato, auspicando il superamento di qualsiasi procedura burocratica che inspiegabilmente continua ancora ad interporsi al ripristino dello stesso.

Il tempo delle attese è terminato e come già dichiarato durante l’ultima audizione se non si intravederà uno spiraglio di luce, saremo pronti come già fatto in passato, a perseguire in questa battaglia sociale attraverso forti azioni di protesta e sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

 











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