Un intervento dei soci fondatori del sodalizio ambientalista: «C’era una volta Legambiente, circolo di Manduria»
Riceviamo, e pubblichiamo, un intervento dei soci fondatori storici di Legambiente a Manduria. Tanta gente unita dalla condivisione di ideali di rispetto dell’ambiente e della valorizzazione del patrimonio naturale. Gente che, con passione, ha promosso, negli anni, tantissime interessanti iniziative.
Quattro anni fa veniva a mancare uno dei soci fondatori del circolo manduriano di Legambiente: Giacinto Cavaliere. Per questa ricorrenza, coloro che condivisero con Giacinto l’impegno a favore dell’ambiente ci hanno inviato un intervento in cui ricordano i risultati della loro operosità. E, anche se non citata esplicitamente, si coglie anche l’amarezza per la condivisione dell’attuale Legambiente del progetto del depuratore…
Ecco il testo completo.
«Legambiente circolo di Manduria: il nome è uguale, la sostanza è un’altra.
Per chi ha fatto parte del primo circolo Legambiente, il dover condividerne il nome è un dolore!
Negli anni Novanta Legambiente a Manduria si occupava con costanza quotidiana del controllo del territorio: occhi e orecchie in allarme per captare e segnalare scempi, danni, abusi edilizi, difformità, testa e cuore per proteggere un futuro sostenibile per il nostro territorio.
Tante le attività di volontariato dei numerosi soci, simpatizzanti, semplici cittadini: dai percorsi di educazione nelle scuole alle giornate di pulizia delle spiagge, dall’insistenza sull’urgenza della raccolta differenziata, allora inesistente alle osservazioni sui diversi scempi nel nostro territorio (Regionale 8, ponte del fiume Chidro, impianto di miscelazione e dissalazione dell’omonimo fiume, campo da golf in zona c.d. “Scalella”, pescicoltura alla salina), dalla lotta all’abusivismo del paese nelle campagne e lungo le coste fino al sogno realizzato delle aree protette di cui oggi in tanti si vantano (Salina dei Monaci, la Palude del Conte, il Fiume Borraco e le dune verso Campomarino, i boschi Cuturi e Rosa Marina) al primo Campo Antimafia Nazionale, senza dimenticare infine l’attenzione costante e vigile nei confronti del patrimonio archeologico e tanto altro ancora.
E’ stato un impegno quotidiano, molto spesso faticoso, talvolta PERICOLOSO, ma con il costante obiettivo di salvaguardare, promuovere e migliorare questo territorio, di renderlo bello e decoroso dal punto di vista ambientale, con un confronto costruttivo e costante con la popolazione, le autorità locali e regionali.
Tutte queste iniziative sono state sempre condotte in maniera trasversale, gratuita e senza il minimo interesse personale e fuori da ogni individualismo; sono state invero perpetrate con il costante obiettivo di indirizzare con coraggio le amministrazioni verso il raggiungimento di obiettivi allora impensabili.
L’informazione è stata senz’altro lo strumento più incisivo: segnalazioni, proposte, eventi sono stati sempre condivisi con la popolazione tutta attraverso i mezzi di comunicazione dell’epoca, gli incontri nelle piazze e nelle varie sedi, le feste autofinanziate, le petizioni, i giornali, la TV. In quel modo tanti cittadini si sentivano partecipi di un progetto di sviluppo ambientale collettivo.
Cosa è rimasto di quell’entusiasmo e di quella passione?
Solo una targa dimenticata e polverosa, fortemente voluta dal Circolo e realizzata dal compianto socio fondatore Giacinto Cavaliere, la cui memoria ci ha spinto a questa riflessione».
I soci fondatori di Legambiente