sabato 23 novembre 2024


21/03/2023 08:12:59 - Manduria - Altri Sport

Indossando la canotta del G.S.P. III R.A. dell’Aeronautica Militare, Giovanni Doria ha fermato il cronometro dopo 3 ore, 50 minuti e 7 secondi

E’ probabilmente la maratona più suggestiva che si corre in Italia, insieme a quella di Venezia.

Il percorso è unico al mondo: partenza e arrivo sui Fori Imperiali, con un passaggio davanti al Vittoriano, in piazza Venezia, al Circo Massimo, al Lungotevere; e poi ancora davanti Castel Sant’Angelo, al viale della Conciliazione con la basilica di San Pietro, al Foro Italico, a piazza del Popolo, a piazza di Spagna con la celebre scalinata di Trinità dei Monti, in piazza Navona e in via del Corso.

Con cuore, testa e gambe e nonostante l’infortunio accusato il 19 febbraio scorso, ha vissuto questa splendida emozione anche l’atleta manduriano Giovanni Doria, che domenica ha percorso tutti i 42 chilometri e 195 metri della 28ª edizione della Run Rome The Marathon Indossando la canotta del G.S.P. III R.A. dell’Aeronautica Militare.

«Il 19 febbraio, esattamente 30 giorni fa, durante un allenamento mi sono infortunato: ero quasi sicuro di non riuscire a correre questa bellissima maratona che ho poi aspettato con ansia e morale bassissimo in quanto nell’ultimo mese mi sono allenato solo tre volte e male» racconta Giovanni Doria al ritoreno della capitale. «Fino al giorno prima della gara, ero molto scettico sulla possibilità di poterla correre, ma era la maratona del centenario dell’Aeronautica Militare e volevo esserci!

Un’ora prima della partenza ero lì, con poca convinzione, ma poi ho indossato la canotta del G.S.P. III R.A. dell’Aeronautica Militare… Con gli occhi pieni di lacrime e la mano sul cuore, ho cantato a squarciagola l’Inno Nazionale. L’adrenalina è salita alle stelle al passaggio delle Frecce Tricolori… E dopo 3h 50’ 07” ero anche lì a tagliare il traguardo, anche se gli ultimi 7 km sono stati un calvario!

Non è stata la mia migliore prestazione, molto al di sotto delle aspettative iniziali, ma considerando lo stato di forma ed i problemi fisici che mi hanno accompagnato nei 42 km 195 mt che mi separavano dall’arrivo, posso ritenermi molto soddisfatto».











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