«Non ci sembra che un capannone industriale garantirà la fruizione. La nostra preoccupazione, infine, è rivolta al proseguimento di tutti i progetti in corso e, in particolare, al progetto “Biblioteche e Comunità“»
Riceviamo, e pubblichiamo, un comunicato di Archeoclub Manduria.
Abbiamo trovato conferma, sulla stampa odierna, di una notizia accennataci a mezza voce, lungo i corridoi della Casa Comunale, il giorno precedente: la “Marco Gatti”, la nostra biblioteca civica chiude, tutte le attività sono sospese sino alla fine dei lavori di ristrutturazione dell’immobile che da sempre la ospita (il vecchio municipio, in piazza Garibaldi).
Apprendiamo dalle parole del vicesindaco, nonce assessore alla Cultura, Vito Andrea Mariggiò, che tutti i volumi di cui è dotata (calcolati a peso!) saranno spostati in un capannone industriale.
Archeoclub, presente in biblioteca da due anni in regime di coprogettazione, secondo quanto previsto dal Codice del Terzo Settore, non ha avuto parte in questa decisione (tanto meno nella sua pratica attuazione) come per altro in tutte le alter che l’hanno preceduta, in quanto mai quel tavolo, in cui si sarebbe dovuto programmare e progettare insieme, è stato attivato. Un canale di comunicazione, sia pure unidirezionale, è stato tuttavia da noi sempre tenuto aperto, attraverso il quale, sin dal primo giorno, abbiamo segnalato all’Amministrazione tutto quanto fosse necessario per far uscire la Gattiana dalla situazione di emarginazione in cui si trova, e più ancora si troverà in futuro, rispetto ad un Sistema Bibliotecario Nazionale che si sta rapidamente adeguando alla rivoluzione digitale in atto.
In questi due anni, proprio grazie ad Archeoclub, la biblioteca civica è tornata a rivestire un ruolo propulsore nella vita cultural della città, grazie alle tante iniziative che hanno portato nuovamente i cittadini, grandi e piccoli, a frequentarla (se ne può avere contezza sfogliando la pagina fb ad essadedicata).
La nostra speranza, suffragata dale dichiarazioni pubbliche degli amministratori, che è anche la motivazione che ci ha spinto a sostenere questo impegno, è stata che, con l’inizio dei lavori di ristrutturazione, si sarebbe trovata una soluzione per garantire continuità alla fruizione della biblioteca, sia pure a ranghi ridotti, sia pure in una sede provvisoria più piccola, ma dotata dei minimi standard funzionali. Non ci sembra che un capannone industriale lo sia.
La nostra preoccupazione, infine, è rivolta al proseguimento di tutti i progetti in corso e, in particolare, al progetto “Biblioteche e Comunità“, finanziato da Fondazione con il Sud e Ministero per la somma di 35.000 euro, che vede Archeoclub capofila (nelle cui casse, è bene chiarire, non uno di questi euro entrerà), ma che coinvolge alter associazioni ed istituzioni pubbliche e private della città, incentrato sulla biblioteca civica, per il quale l’Amministrazione si è impegnata a dotarsi di un catalogatore professionista e a prolungare l’orario di aperture della biblioteca a quaranta ore settimanali».