Una ondata di maltempo che – sottolinea la Coldiretti regionale - ha colpito a macchia di leopardo tutta la Puglia, le città e le campagne con danni alle coltivazioni, dalla frutta alla verdura, ma anche bietole, grano, fino agli ulivi e alle vigne, ha strappato i teli dell’uva da tavola, ma ha provocato anche frane ed alluvioni
A maggio sono caduti quasi 1200 millimetri di pioggia in 34 comuni pugliesi, con fenomeni spesso violenti che hanno duramente colpito le colture in campo, a partire dalle ciliegie.
E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati rilevati dalle stazioni meteorologiche di Arif, mentre è in atto un sopralluogo del direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni con l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, e il presidente della IV Commissione consiliare, Francesco Paolicelli nelle campagne della provincia di Bari, dove sono andate irrimediabilmente perdute le ciliegie primizie, le Bigarreau, mentre già iniziano a contarsi i danni sulle ciliegie Giorgia.
Una ondata di maltempo che – sottolinea la Coldiretti regionale - ha colpito a macchia di leopardo tutta la Puglia, le città e le campagne con danni alle coltivazioni, dalla frutta alla verdura, ma anche bietole, grano, fino agli ulivi e alle vigne, ha strappato i teli dell’uva da tavola, ma ha provocato anche frane ed alluvioni in una regione dove 9 comuni su 10 pari all’89% del totale sono a rischio idrogeologico anche per effetto del cambiamento climatico che aggrava lo stato di salute – denuncia Coldiretti Puglia - di un territorio già molto fragile per la cementificazione e l’abbandono.
Se la pioggia è attesa per ripristinare le scorte idriche, i forti temporali con precipitazioni violente – spiega la Coldiretti Puglia – peggiorano la situazione anche con frane e smottamenti poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento, perché la pioggia per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre le precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua.
L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che nel 2023 rischiano di essere superiori ai 6 miliardi stimati per lo scorso anno.
A fronte di questa situazione climatica – conclude la Coldiretti – è strategico intervenire immediatamente per aiutare le aziende colpite ma anche realizzare progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale.