“Governo e Regione intervengano, noi pronti alla mobilitazione e al ricorso alla Corte di Giustizia Europea”
«Riuniremo a Bari gli olivicoltori di tutta la Puglia. Questa PAC non va bene. Bisogna porre rimedio a 20 anni di distrazione della Politica Agricola Comunitaria che ha danneggiato l’olivicoltura italiana e, in particolare, quella pugliese che ne rappresenta quasi il 50%. Presenteremo le nostre proposte, rivolgendoci al Ministero dell’Agricoltura e alla Regione Puglia affinché prendano in mano il dossier e facciano tutto quanto è in loro potere per cambiare questo stato di cose. Non dovesse bastare, siamo pronti a una mobilitazione totale, fino al possibile ricorso alla Corte di Giustizia Europea».
É questa la posizione espressa unitariamente, in modo compatto e determinato, dalle cinque maggiori organizzazioni dei produttori olivicoli di tutta la Puglia.
Con la nuova Politica Agricola Comunitaria, e in virtù di un peggioramento progressivo e costante nelle ultime due decadi, gli olivicoltori pugliesi hanno perso il 66% delle risorse un tempo destinate a sostenere e rafforzare una filiera fondamentale del comparto primario italiano e mondiale. Per questo motivo oggi, ieri, a Bari le maggiori associazioni dei produttori olivicoli di tutte le province pugliesi hanno partecipato all’incontro sul “Disastro PAC: prospettive per una nuova riforma del settore olivicolo”.
Vi erano tutti: l’APO Associazione Provinciale Olivicoltori di Foggia; l’APOL, Associazione Produttori Olivicoli di Lecce; Oliveti Terra di Bari; Terre di Ulivi; Assoproli e Società Cooperativa Agricola APROLI Bari.
CAMBIARE LA PAC. Sono 5 i punti-proposta della piattaforma di rivendicazione degli olivicoltori pugliesi: dalle modifiche agli eco-sistemi a quelle inerenti al sostegno accoppiato al reddito. All’interno della piattaforma di rivendicazione, un elemento prioritario sono le deroghe e gli interventi che spettano alla Regione Puglia, che dovrà farsi carico del dossier in tempi rapidi, entro la fine di giugno, facendosi portavoce dei propri olivicoltori. E dovrà essere l’assessore Donato Pentassuglia a seguire direttamente la questione, senza deleghe, in modo da dare tempestività ed efficacia alle azioni da intraprendere.
DISASTRO PAC. Negli ultimi 20 anni, e con la nuova PAC la situazione è ulteriormente peggiorata, l’Europa ha scelto di ridurre drasticamente i sostegni e le risorse un tempo destinati a una coltura intensiva come l’olivo, dirottando gli aiuti sulle colture estensive. “Gli olivicoltori pugliesi esprimono una forte preoccupazione su efficacia, equità e applicabilità degli interventi contenuti nel Piano strategico della PAC per il quinquennio 2023-2027”, spiegano all’unisono le associazioni dei produttori olivicoli pugliesi. “Per questo rivolgiamo al Ministero dell’Agricoltura e alla Regione Puglia un accorato appello, chiedendo l'introduzione di modifiche e di deroghe, tali da migliorare e rendere fruibili le politiche di sostegno a favore del settore.
Così come sono stati concepiti gli eco-schemi, il sostegno accoppiato al reddito e il Fondo AgriCat generano criticità dal punto di vista operativo e comportano pesanti conseguenze negative”.
LE PROPOSTE. Al forum regionale dell’olivicoltura pugliese, gli olivicoltori di tutta la Puglia, compattamente, presenteranno delle proposte puntuali e articolate per dare ai decisori istituzionali la possibilità di modificare i punti più controversi e dannosi del Piano strategico della PAC 2023-2027. La Puglia rappresenta quasi il 50% dell’intera olivicoltura italiana. In termini quantitativi, qualitativi e occupazionali, il settore olivicolo pugliese è forza identitaria, culturale ed economica trainante per tutto il comparto primario, oltre a essere uno dei punti di forza del made in Italy nel mondo. Si tratta, dunque, di un patrimonio di primaria importanza e di primissimo livello, di cui la nuova PAC, Politica Agricola Comunitaria, non tiene sufficientemente conto, anche e soprattutto alla luce delle estreme difficoltà affrontate in questi anni da olivicoltori e frantoiani, in special modo proprio da quelli pugliesi. La Puglia, in questo senso, è anche uno dei più estesi “laboratori” a cielo aperto del mondo per capire come affrontare problematiche epocali come gli effetti dei cambiamenti climatici, l’introduzione di innovazioni tecnologiche e colturali, ricerca-prevenzione e cura di gravi fitopatologie come la Xylella.